mercoledì 3 novembre 2021

La Forza Vitale in Frutti, Verdure ed Erbe

 

 


La Forza Vitale in Frutti, Verdure ed Erbe

dott. GIUSEPPE IMBRIANI

“Vis Medicatrix Naturae”
La Medicina Naturale si avvale dell’esperienza millenaria nell’ambito dell’uso di sostanze medicinali.
L’alchimista maturava nella consapevolezza dell’esistenza di una “FORZA VITALE” unica e comune a tutte le cose, a tutti gli esseri, la quale rappresenta il “principio attivo”, la “forza guaritrice”. A tale principio si basano tutte le metodiche naturopatiche.
La capacità di guarire è quindi insita in tutte le piante, differenziata soltanto dalla capacità della specie di manifestare più o meno bene la propria “energia interiore”, nonché dalla capacità di estrarla dal suo involucro.

E come dalla putrefazione dell’involucro del seme nasce una nuova piantina, così dalla scomposizione del grezzo scaturisce il principio curativo e questo in modo analogo in erbe, frutti e verdure.
Nel corso dei secoli il “Ricercatore della Natura” ha sviluppato vari metodi di estrazione dell’utile dall’inutile, dal fine dal grezzo per avere poi alla fine una sostanza medicinale più pura, sempre più vicina alla FORZA VITALE unica e indifferenziata nel suo utilizzo curativo; una panacea dunque, rimedio per tutti i mali, la difficoltà consiste “solo” nell’estrarla.
L’uso della sostanza sempre più pura presuppone la conoscenza della scomposizione profonda della pianta.

L’uso della sostanza grezza presuppone invece la conoscenza del “carattere” specifico di ogni pianta, poiché più grezza è la sostanza e più differenziato e specifico diventa il suo utilizzo: la pianta giusta per il problema di salute giusto.
La medicina popolare con i suoi modesti e semplici mezzi di “estrazione” ha sviluppato una grande conoscenza empirica dell’uso grezzo e differenziato di erbe, frutti e verdure e non solo per uso interno ma anche per uso esterno.

NON ESISTE CURA SENZA DISINTOSSICAZIONE
Nell’organismo ogni movimento o cambiamento, sia che si tratti di un ordine del sistema nervoso centrale verso una fibra muscolare, un’articolazione, un organo, sia che si tratti di una percezione sensoriale degli organi di tatto, o che si tratti di un movimento emozionale da mandare su al cervello; tutto avviene in una catena di reazione elettrochimiche.
In un chimismo inquinato le informazioni di funzionamento vengono travisate, l’organo si ammala.

La terapia adeguata è qui lo sblocco dei flussi per aiutare l’organismo ad incrementare i meccanismi automatici di disintossicazione e di recupero.
Molto spesso però si preferiscono i farmaci chimici che, il più delle volte, tamponano il sintomo senza togliere la causa: “intasamento”. Il processo patologico è destinato a continuare, andando incontro ad un intasamento progressivo.

Nella Medicina Naturale di definisce infatti “Malattia”,
la reazione biologica, intelligente e necessaria del nostro organismo contro tossine squilibranti tendenti ad eliminare, neutralizzare veleni endogeni o esogeni (provenienti dall’esterno o dall’interno) infiltratisi nel nostro chimismo o perlomeno a compensare i danni da loro inflitti.

Il primo tentativo dell’organismo è, come dicevamo, quello di neutralizzare le tossine inquinanti, rielaborandole attraverso una serie di meccanismi, per poi poterli espellere senza ulteriori danni. In questo è determinante il lavoro del sistema immunitario: Timo, Milza, Nodi e Canali Linfatici, il sistema di “polizia” e “pulizia” organico, e l’attività disintossicante del fegato.
Se l’organismo non riesce a eliminare tali veleni attraverso i canali fisiologici dei reni, intestini, polmoni, ghiandole sudorifere, mestruazioni ecc., cercherà per far questo altre vie, come per esempio la pelle o le mucose.
A seconda dell’aggressività della tossina, questo processo recherà dei danni, impropriamente chiamati malattia, che saranno però in ogni caso minori dei danni che risulterebbero dalla permanenza incontrollata della suddetta tossina nel corpo.
L’organismo nella sua intelligenza avvolge, incapsula, isola le tossine che non riesce a rielaborare o espellere, depositandole possibilmente lontano dal proprio chimismo, salvaguardando così il più a lungo possibile i centri vitali.
Ripostigli diventano dunque le parti più deboli e i punti più periferici, essendo questi luoghi di minore resistenza.
Gli impacchi costituiscono un metodo efficace per eliminare le tossine.

IMPACCHI ALLE VERDURE
Impacchi, impiastri, compresse già patrimonio culturale della Medicina popolare, sono diventati Metodiche Naturopatiche ben codificate con Kneipp, Hufeland e Felke, esimi luminari del settore.
Ai nostri giorni la cultura naturopatica ha sviluppato metodi a freddo e a caldo, con sola acqua, acqua e sale, acqua e aceto, argilla, derivati del latte, erbe, verdure o frutti.
Gli impacchi trovano applicazione la dove si richieda l’intenso scioglimento ed eliminazione di sostanze tossiche patogene dall’organismo, e vengono per lo più usati abbinati a una cura interna.
Il freddo umido dell’applicazione fredda produce sulla pelle in un primo momento una contrazione e in un secondo momento una dilatazione dei vasi sanguigni.
La coperta doppia di lana che ricopre l’impacco produce un graduale riscaldamento dello stesso, così che anche dall’impacco freddo scaturisce calore.
Il caldo umido dell’applicazione calda produce invece da subito la dilatazione dei vasi sanguigni.
La consistente dilatazione dei vasi della cute innesca un processo di eliminazione dal profondo dei tessuti.
Contemporaneamente si produce un effetto riflesso sugli organi interni, capace di rimuovere intasamenti e infiammi.
Inoltre il calore sviluppato dall’impacco rilassa i nervi e calma il dolore.
L’evaporazione calda nello strato umido dell’impacco allarga infine i pori, intensificando il processo di eliminazione.
A questa azione fisica si aggiunge poi l’azione curatrice della singola sostanza applicata, che ne intensifica l’effetto antiinfiammatorio, spasmolitico e decontratturante.

COME PREPARARE UN IMPACCO
Materiale occorrente: un panno di lana e due di cotone o di lino, uno dei quali più stretto dell’altro.
Stendere il panno di lana, adagiarci il panno di cotone o di lino più stretto e su questo il panno più largo contenente l’agente curativo o bagnato con il suo infuso.
Il bordo del panno di cotone o lino più largo si ripiega per 2 – 3 cm. fino a raggiungere la larghezza dell’altro e serve a contenere la sostanza solida eventualmente usata per l’impacco quale ricotta, patate, verza, cipolla e così via.
Direttamente sulla sostanza usata ovvero sul panno umido si adagia dunque l’areale corporeo da trattare, avvolgendolo con il primo strato (eventuale sostanza e primo panno di cotone o lino) che verrà chiuso con una spilla; dopodichè si riavvolge con il secondo panno di cotone o lino ed infine con il panno di lana.
Da caso a caso l’impacco si terrà per 1 – 2 ore o anche per tutta la notte.

IL NATUROPATA CONSIGLIA

Impacco alla ricotta
- al petto (da avvolgere bene e interamente): scioglie il muco e calma la tosse in caso di bronchite o asma bronchiale, si applica la ricotta a temperatura ambiente.
Tempo di applicazione: da 1 ora a tutta la notte.
- alla gola: per irritazione o infiammi e per rinforzare le corde vocali.
Tempo di applicazione: 1-2 ore.

Impacco alla patata
- al petto: scioglie il muco in caso di bronchiti, si applica la patata lessa, schiacciata e così calda da poter essere sopportata al contatto. Tempo di applicazione: 20 minuti.

Impacco al limone

- al petto: calma lo spasmo in caso di bronchite spastica o asma.
Si applica il panno di cotone o lino sottile imbevuto di succo fresco a temperatura ambiente. Tempo di applicazione: 2-3 ore o più.

Impacco alla camomilla

- alla pancia: calma dolori, crampi, vomito, si può applicare il resto solido dell’infuso o il panno di cotone o lino imbevuto del liquido. Per mantenere una temperatura più stabile è bene poggiare sopra l’impacco (sopra lo strato di lana finale), una borsa d’acqua calda.
Tempo di applicazione ¼ d’ora, da ripetere più volte dopo circa un’ora di pausa.

Impacco alla verza

- alla gola: spegne infiammi acuti e cronici eliminando le tossine dei microorganismi patogeni li insediati. Si applica la verza cotta a foglie intere o cruda macinata e a freddo. Tempo di applicazione: ½ ora a caldo e 2-3 ore a freddo.
È proficuo alternare con impacchi di argilla.

Impacco alla cipolla

- sull’orecchio: per pronto soccorso prima dell’arrivo del terapeuta esperto, calma il dolore, riduce l’infiammo. Si applicano cipolle crude tritate, si posiziona la testa con la parte malata poggiata sull’impacco, sotto il quale si può mettere una borsa d’acqua calda.
Tempo di applicazione ½ ora, ripetuto più volte dopo pause di circa 1 ora.

Impacco all’argilla

- dappertutto: assorbe egregiamente le tossine dai tessuti. Si applica l’impasto di acqua e di argilla a caldo o a freddo.
Tempo di applicazione: ½ ora a caldo, da 1 ora a tutta la notte a freddo.

Impacco alla coda cavallina:

- sui reni: calma il dolore e il crampo in caso di affezioni renali. Si applica il resto solido dell’infuso o il panno di cotone lino imbevuto del liquido, con borsa d’acqua calda per una temperatura più costante.
Tempo di applicazione 1 ora, ripetibile.

Impacco all’acqua e aceto:

- sui polpacci: per abbassare la temperatura e per liberare la testa in caso di febbre alta (è il caso di abbassarla se superiore a 39°). Si applica il panno di cotone o lino intriso di acqua e aceto a freddo. Tempo di applicazione: non più di ½ ora, può essere ripetuto dopo almeno 1ora di pausa

domenica 31 ottobre 2021

Numerologia o Matematica delle Qualità

 

 


Numerologia  o  Matematica delle  Qualità


Per molti Filosofi nell’antroposofia esoterica, tra i molti simboli, il Simbolo Numerico è particolarmente prezioso in quanto i numeri si lasciano addizionare, sottrarre, dividere, moltiplicare; come composizione simbolica di più qualità, di più “aspetti” e di più “soggetti”.
Con tali motivazioni nasce già in tempi antichi la Numerologia.
Nella Numerologia, i numeri rappresentano quindi non solo una quantità ma anche una qualità, o meglio ancora: il numero rappresenta una semplificazione quantitativa della sua qualità.


Ogni cosa è ordinata secondo i numeri”,  afferma PITAGORA.
I numeri sono l’armonia dell’universo”,  dice PLATONE.
Il numero è la sostanza di tutte le cose”,  sancisce ARISTOTELE.

Principio base dal quale parte ogni oggettività, il numero rappresenta il ritmo per ogni vibrazione e per ogni suono, la proporzione di ogni forma e di ogni immagine.
La dimensione di “numero”, uno dei tanti strati del reale, è simbolo della cosmica Intelligenza, della divina Razionalità e, tra tutti gli altri,  il numero 1  rappresenta al meglio tali qualità.
La qualità “Intelligenza” del numero, attraverso i Principi Universali che la caratterizzano nei dodici significati trascendenti, è quindi in relazione analogica con i restanti strati del reale. Qui lascia alle singole qualità della manifestazione dell’essere la propria impronta e assume a se la loro, differenziando ulteriormente la stessa qualità Intelligenza nella molteplicità dei suoi aspetti.
Per cui, seppur ogni punto, dimensione o sfera del creato rappresenta una specifica qualità cosmica, troviamo in ognuno di essi la proiezione di tutte le altre qualità dell’universo; viste naturalmente alla luce della qualità primaria del punto, della dimensione che le ospita.

Con i numeri osserviamo allora tutti gli strati, tutte le dimensioni del creato insieme alle loro qualità, alla luce della divina IntelligenzaRagione e Logica.
Ovvero, per “cernere” il creato scegliamo di usare tale filtro; per osservare il reticolo delle qualità cosmiche scegliamo il mondo dei numeri come punto e direzione di osservazione.

Ad un esame superficiale, anche della persona colta e intellettuale, l’affermazione che il numero possa contenere una qualità appare un assurdo o perlomeno un dettaglio non degno di considerazione. Se invece analizziamo razionalmente la questione è facile, nonché palese per qualsiasi logica, individuare nel numero una frequenza, nella frequenza un ritmo, nel ritmo una forma, nella forma un’immagine, nell’immagine una qualità.

I numeri arabi sono 10:   0 , 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9.  Analizziamo singolarmente le loro qualità.

       Lo 0 o il cerchio è simbolo del divino “non essere”.  Dio, origine e fine del tutto, punto centrale dell’ universo, si dissolve simbolicamente nel numero 0.  Lo 0 è l’Uovo Divino che trattiene in se stesso tutte le potenzialità                                                                             del creato. Rappresenta sia il “non essere della morte che la “totalità” della vita, l’impalpabile assoluto, l’uovo che dal nulla crea il tutto.



      L’1, il primo livello, il moto dopo la stasi, il seme maturante, è la forza divina che muove il mondo. E’ il punto o la sfera, nonché l’impronta, la scintilla del divino in noi; testimonianza dell’origine; effluvio della fonte della quale ogni essere sente nostalgia. Esso è la realizzazione primaria dello Spirito che diviene l’oro, il sole, il fuoco, l’intelligenza dei numeri, la forza spirituale, l’indivisibile unità, l’ unicità che è insieme uniindividualità e unitotalità. La realizzazione dell’unità dell’1 avviene infatti sia nella globalità in esso insita, che nella specificità individuale di ogni parte del totale. Con l’1 da un lato si definisce e dall’altro si divide la totalità cosmica in singole unità individuali, ovvero ogni numero la cui totalità si può individuare nell’1, contiene altresì più volte l’1 (tutti i numeri sono divisibili per 1). L’1 è il tronco della vite, la molteplicità ne sono i rami.
L’1 è origine e modello, per il molteplice “l’oro in noi innato, la nostra eredità e il  nostro fuoco interiore” (PARACELSO).  

        Il 2, il secondo livello, la dualità, l’argento, la luna, l’acqua, l’Anima, è il riflesso dell’1 nel manifesto, è la materia materEsso è la linea, la materia primordiale che porta a realizzazione nel suo grembo il seme dello spirito. Il 2 è il simbolo dell’accoglienza, del contenitore     ricettivo e fertile. Il 2 è espressione di tutto quello che nella natura del cosmo è duale:  giorno e notte, luce e buio, più e meno, Yang e Yin.  




      Il 3, il  terzo livello, la trinità è il frutto dell’incontro dell’uno e      del due, dell’unità e della dualità. Esso è la cristallizzazione, simbolo   della Spiritualità nel microscopico della materia.                     .                                                                                                                         E’ la condensazione dello spirito nell’organico, l’unitrinità dell’uomo: corpo, spirito, anima. Il figlio lucente, il bambino innocente, la materia trasparente appena macchiata dal grezzo della prima colpa, il corpo diamantino appena “velato”, il mercurio, quale agente di contatto tra spirito e materia.
La sintesi trinitaria. Il messia.
La triade è il numero della globalità finita, in quanto in essa vi è un inizio un centro e una fine” (ARISTOTELE).                       
Il 3 è espressione di tutto quello che nel cosmo è triplice: passato, presente, e futuro; anima, spirito e corpo; padre, madre e figlio; nascita vita e morte; Sal, Mercurius e Sulfur degli Alchimisti. Il 3 è espressione della dinamica tridimensionale. Nella sua involuzione il 3 è la forza spirituale protesa verso il basso, il triangolo col vertice rivolto all’ingiù.                                                     Nella sua evoluzione il 3 è la dinamica dello spirito voglioso di ascendere in cielo, il triangolo col vertice rivolto verso l’alto.

   Il 4, il quarto livello, il quadruplo, la compattezza, la stabilità, l’ordine del manifesto. La giustizia. L’armonia di sinergica contrapposizione degli eventi e degli elementi della Natura.  Il Fuoco, l’acqua, l’aria e la terra, quali elementi essenziali del manifesto, il COHN della chimica (Carbonio, Ossigeno, Idrogeno, Azoto) sono adesso pronti ad essere solide colonne del materiale, visibile, palpabile. Il 4 è il numero del corporeo.
Il 4 è la durezza necessaria alla stabilità del manifesto, ma anche la sinergia, la comunione degli opposti, la bilanciata multilateralità della natura che regala con generosità fiori, frutti e bellezza.
Esistono 4 punti cardinali, 4 stagioni, 4 vangeli, 4 virtù fondamentali (saggezza, fortezza, giustizia e temperanza); così come esistono 4 demoni principali, con gli opposti 4 peccati o vizi basilari.
Il 4 rappresenta il Corpola Terra, ma anche il nobile stagno di Giove, giusta base prima ordinante e poi comburente la realtà, per trascenderla e accendere la scintilla giocosa del fuoco.

        Il 5, il quinto livello, il quintuplo. Il microcosmo “Uomo”, l’Essenza delle cose.   
Il 5, nella sua involuzione è la cadente metà della divina “unità non essenza” (10). Il fiaccolate nervoso della lingua di fuoco di Marte, il figlio di Dio caduto nei 5 sensi, bramoso di conoscere il bene e il male. Il pentagono o la stella a 5 punte con l’apice rivolto verso il basso.
Il 5, nella sua evoluzione è il figlio dell’uomo  che guarda con nostalgia verso il cielo, adesso cosciente delle proprie origini di luce.
Dalla base armonica del quadrato dei 4 elementi è maturata ora la Quintessenza,  la Coscienza Spirituale si innalza nel cielo con la certezza di poter trasmutare tutto il solido in  volatile.        
                                                                          
 L’uomo in posizione eretta con le gambe e le braccia distese e aperte.
 La ferrea pretesa del  fuoco spirituale. Il  nobile ferro di Marte.

 Il pentagono e la stella a 5 punte con l’apice rivolto verso l’alto. 

  Nello stesso tempo nella sua centralità il 5 rappresenta il microcosmo umano,  
 il centro dell’individualità. Il divino centro della materializzazione, ovvero il   
 centro della composizione e della scomposizione materiale, il centro del  quadrato.      
                                                                                                                               
La quinta essenza, ovvero il contenuto spirituale intrinseco, l’essenza mercuriale racchiusa nell’organico, ovvero il quinto elemento che mantiene i quattro: Fuoco, Acqua, Aria e Terra, l’etere Aristotelico.

       Il 6,  il sesto livello, il sestuplo è il riflesso del triplice, la polare cristallizzazione. L’armonia delle forze rivolte verso l’alto e verso il basso, l’equilibrio della dinamica simbolizzata nell’exagramma (= 2 triangoli equilateri con direzione opposta, verso l’alto e verso il basso, con centro comune).       ………………..                                                            L’armonia del cuore. Fuoco e acqua, cielo e terra, uomo e donna, Yang e Yin sono uniti con il 6 in un dinamico incontro d’amore.  La sensazione grezza e la divina saggezza diventa nel 6 “amorevolezza”. Fede e volontà, Dio ed “Ego” si muovono nel sei nella pacifica bellezza dell’amore.   Il nobile rame di Venere, Dea dell’amore. Il 6 è il simbolo dell’Uomo, quale incontro di materialità e spiritualità. La croce a 4 braccia dei 4 punti cardinali (nord, sud, est, ovest) la durezza del quadruplo, raggiunge con “avanti e dietro” la tridimensionalità delle 6 direzioni cosmiche. I 6 giorni della creazione.

       Il 7, il settimo livello, il settuplo. L’abbraccio cosmico. Il centro del cosmo, del macrocosmo. Il centro dell’esagono. La saggezza del Dio umano, materiale. Il 7, nella sua involuzione è la tentazione del serpente strisciante nel giardino di Eden.
La tentazione della cosmica demoniaca potenza e dominio.……………………………                                       
Il demonio saturnale, il serpente astrale.                           
Il 7, nella sua evoluzione è il serpente spirituale che si innalza nel cielo, cosciente del piano cosmico.
L’adesso pacifico Ego è pronto a dissolversi nel divino.
Volontà e fede, mondo e spirito, la durezza del quadrato e la spiritualità del triangolo vogliono diventare una unità (piramide a base quadrata). Il nobile piombo di Saturno che riconduce alla primaria innocenza, il custode del limite tra questo mondo e l’aldilà, tra materialità e spiritualità tra palese ed occulto.
È colui che lascia contemplare solo a coloro che sono di cuore aperto la saggezza del piano divino, molto al di la di ogni attesa e speranza.
Il 7 è la trasformazione degli eventi naturali, la trasformazione della materia.              
La Trasmutazione metallica degli alchimisti si sviluppa in 7 passi, 7 dimensioni, attraverso 7 metalli, 7 pianeti o con una scala di 7 gradini.                                                  .                                                                       Conosciamo 7 note musicali, 7 giorni della settimana, dei quali il settimo è un giorno di riposo.                                   Il ritmo del 7 è il ritmo della natura. La materia, la Natura si rigenera in un ciclo di 7, magari con 7 anni grassi e 7 anni magri.

L’8, l’ottavo livello, l’ottuplo, il continuo perpetuarsi del ciclo vitale, i quali eventi, realizzandosi, raggiungono nell’8 il traguardo. L’adepto si libera dai limiti delle leggi naturali, dalle leggi di causa ed effetto, dal Karma, per innalzarsi in una dimensione superiore; ovvero nella dimensione che trattiene in sé tutte le possibilità di trasformazione del manifesto.                                                 
Nell’8 l’anima ora libera  abbraccia con lo sguardo le divine possibilità del sentiero di vita percorribile, acquisendo piena consapevolezza della propria libertà di scelta, del proprio libero arbitrio.

 L’8 è l’alzata di ottava della melodia cosmica. Il grado di consapevolezza della vibrazione dello spirito formante è passato adesso in un livello di tonalità superiore.
                   
L’8 è la regolare, equilibrata vibrazione della perenne trasformazione cosmica, l’infinito : un ciclo segue quello appena concluso.

 L’8 è altresì la trasformazione, la trasmutazione, l’Alchimia, il “lapis phylosophorum”, la pietra dei saggi. Il nobile Oro-Antimonio di Saturno (Urano). Il ritmo dell’ottava è l’ordine celeste manifesto sulla terra. La soglia per il manifesto paradisiaco, l’astrazione del razionale, la trascendenza dell’immanente in una dimensione superiore.

 
       Il 9, il nono livello, il nonuplo, il triplice potenziato dello spirito, la cristallizzazione potenziata del manifesto, la tridimensionale trinità.           .                                                             Nella sua involuzione, il 9 è l’Adamo spirituale nel giardino di Edenil Corpo Diamantino spirituale di Adamo.                 .              Nella sua evoluzione il corpo materiale, nel  nono livello del suo divenire, raggiunge la forma cristallina, trasparente, come era una volta il corpo di Adamo.                         ..                                                                                            La luce divina che lo prende e lo trapassa si trasforma adesso nel Focus del suo Corpo Diamantino nella molteplicità colorata dell’essenza vivente. Nessuna grossolanità rimane nel suo filtro. …………………….                                                                         Il numero celeste e angelico 9, come centro dell’ottagono, è l’Intelletto agente, quale emanazione personale della suprema potenza spirituale.
Esso è l’onnipresente fuoco centrale del soggetto; fuoco interiore equilibrante ed armonizzante di tutti gli esseri; il principio reggente e onnipotente, la Legge Universale Divina, il centro di tutte le espressioni del vivente, presente ma invisibile.

Numeri  semplici  costruttori  di  qualità  complesse


Nell’analisi dei numeri e del loro reciproco rapporto è necessario indicare ulteriori parametri qualitativi generali.
Dopo aver analizzato la qualità essenziale dei singoli numeri, passiamo quindi ora a considerare le loro combinazioni, delineanti sia qualità semplici e condivise che qualità complesse e personali.
Nell’analisi primaria generale, i numeri si distinguono in numeri pari e numeri dispari.
I numeri pari hanno carattere Yin, rappresentano sempre una polarità, il loro centro è conseguenza del fluire invisibile e statico dei due poli.
I numeri dispari viceversa, prendono carattere Yang e donano ritmo e dinamica, alla loro qualità specifica.
Tutto quello che nei pari si era “dissolto” completamente, raggiunge nei dispari una centralizzazione, un punto di incontro centrale visibile, che rappresenta il punto di contrazione della forza polare dagli estremi; e quindi il punto di partenza di dinamica formante della sfera successivamente superiore.
I numeri pari sono terreni, femminili, fluidi, velatamente cangianti, polarmente negativi; 
i numeri dispari sono celesti, maschili, solidi, chiaramente stabili, polarmente positivi.
  
Consacra agli Dei del Cielo quantità dispari e a quelli della Terra quantità pari”  (PLUTARCO).

I numeri da 1 a 100 li dividiamo in 10 decine.
I numeri della prima decina, da 0 fino a 9 (10 = 1 e 0) sono detti radicali e rappresentano le radici dell’albero della vita, ovvero i Principi Universali, contratti nella quantità di dieci e comunque matrici di ogni regola e di ogni legge cosmica.
I restanti numeri della centinaia, da 10 fino a 100 sono detti basilari e rappresentano il tronco dell’albero della vita, ovvero la prima realizzazione dei Principi Universali in Leggi Cosmiche e Naturali. Essi rappresentano il  tronco dell’albero della vita, che porta con i suoi fini canali capillari la forza dei numeri radicali nella molteplicità del manifesto, nella chioma, nella molteplicità della vita; per agire li come forza sostanziale, principio, legge e regola portante.
È come una sorta di informazione genetica trasmessa da dimensione a dimensione, per lasciare l’impronta del proprio seme e trovare li espressione propria, nei limiti delle possibilità esistenti nella dimensione interessata.
Se i principi primi sono rappresentati dai numeri radicali, la molteplicità del vivente è quindi rappresentata dall’infinità di combinazioni dei numeri complessi o composti, ovvero dal numero composto, appunto, da più cifre per esempio: 11, 327, 1342, oppure configurato da qualsivoglia altri numeri o altro numero di cifre.
Il numero composto unisce le qualità dei singoli numeri che lo determinano in un’unica struttura individuale, in un unico soggetto, ovvero un’unica personalità differenziata, pur portando però l’impronta delle qualità basilari dei corrispondenti numeri radicali dimoranti nel suo mondo interiore.
Se vogliamo quindi analizzare le qualità, l’energia eterea e trascendente racchiusa in un numero complesso non ci resta che scindere il numero nelle sue singole componenti radicali.

Vi sono pochi numeri composti, “personalità”, che si dividono solo per se stessi, i così detti numeri primi; tutti gli altri sono multipli di 9, di 8, di 7, di 6, di 5, di 4, di 3, di 2 e di 1 e quindi divisibili rispettivamente per ognuno di essi.
Non tutti con la stessa frequenza: per 2 si dividono per esempio il 50% dei numeri, ovvero tutti numeri pari; per 1 il 100%.
Chiariamo ulteriormente con un esempio.
Nel “soggetto”, nella “individualità” 327 troviamo i numeri: 327.
La qualità 3, la qualità 2 e la qualità 7, unite in un’unica personalità.
Singolarmente 3, 2, e 7 rappresentano le qualità “sottocute”,  appena evidenti, seminascoste della “personalità” unica 327.
Addizionando le singole cifre del numero 327 avremo 3 + 2 + 7 = 12.  Il 12, nel percorso dal grezzo del molteplice al fine, sottile dello spirito, si avvicina invece alle qualità più nascoste, all’essenza interiore del suddetto numero complesso, della suddetta individualità 327; e andando ancora più nel sottile, nella ricerca di un denominatore comune “radicale” tra le molteplici qualità di 327, dal  12,  addizionandone le cifre,  abbiamo:  1 + 2 = 3.
Il 3 di 12 rappresenta una qualità ancora più intrinseca, invisibile; essa descrive e condiziona i comportamenti della personalità 327 dal profondo del proprio essere.
Inoltre, in quanto il numero 327 è multiplo di 3, contenendolo 109 volte (327 : 3 = 109), il 3 caratterizza il 327 anche relativamente al “ritmo evolutivo” della sua personalità.
Qualità buone, meno buone, superficiali, inconsce, profonde, sempre più fini e condivise dalla più ampia moltitudine dei singoli numeri complessi.
Ogni numero radicale con la propria qualità primaria è quindi un denominatore comune, una qualità nascosta e condivisa da vari numeri complessi, da varie “unipersonalità” del molteplice.
La più “condivisa” delle qualità nella diversità dell’essere è la divina scintilla dell’1, nella quale ogni numero complesso di “dissocia” per poi “fondersi” nell’unitotalità dell’infinito, onnipotente Dio.
Con “solve et coagula” Micro e Macro si incontrano in un abbraccio d’Amore. È proprio qui che la goccia si versa nell’oceano e l’oceano nella goccia.
La complessità dell’individuo diventa consapevole che solo fronzoli e fronzoletti, veli consci e inconsci, cecità ed egocentrismi, paure e bramosie, occultano con una costrizione virtuale l’essenza comune con la quale ogni individualità partecipa all’Essere Unico, Divino ed Assoluto.

Tornando alla nostra analisi qualitativa dei numeri, nel percorso di realizzazione nel molteplice, ossia nel percorso di evoluzione della Materia e di involuzione dello Spirito, ogni numero radicale trapassa gli altri numeri radicali; avendo così la possibilità di esprimersi con la propria qualità attraverso le varie qualità del manifesto.
Con la somma delle singole cifre possiamo quindi seguire facilmente il cammino che un dato numero radicale ha percorso nella molteplicità dei rami dell’albero della vita.
Il ritmo di apparizione di un numero radicale nella molteplicità è costante, esso avviene a passo di 9, cioè, nella somma delle singole cifre componenti il numero composto, ogni 9 numeri riappare il numero radicale di partenza.


Considerando per esempio il numero 1:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19… 28… 37… 46… 55.…64...
..........................1......................................10....10.....10.....10....10.....10...
...................................................................1......1.......1.......1......1.......1....

Considerando il numero 2:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20...29...38...47...56..65...
..................................2...................................2....11...11...11...11...11..
..............................................................................2.... 2.....2.....2.....2...

Considerando il numero 3:
1 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21...30...39...48...57..
...................................3.......................................3.....3....12...12...12..
..........................................................................................3.....3.....3...

Questo vale per tutti i numeri radicali. Contando da 10 all’infinito, essi si rinnovano sempre in un ritmo di 9.
Il 9 rappresenta il Ritmo Spirituale, la Vibrazione Divina intrinseca nel creato; l’onnipresente, onnipotente e invisibile; Legame Spirituale, “malta” e collante tra i mattoni dimensionali della divina costruzione del visibile; la tappa indispensabile nella conquista di ogni grado di consapevolezza.