mercoledì 3 novembre 2021

La Forza Vitale in Frutti, Verdure ed Erbe

 

 


La Forza Vitale in Frutti, Verdure ed Erbe

dott. GIUSEPPE IMBRIANI

“Vis Medicatrix Naturae”
La Medicina Naturale si avvale dell’esperienza millenaria nell’ambito dell’uso di sostanze medicinali.
L’alchimista maturava nella consapevolezza dell’esistenza di una “FORZA VITALE” unica e comune a tutte le cose, a tutti gli esseri, la quale rappresenta il “principio attivo”, la “forza guaritrice”. A tale principio si basano tutte le metodiche naturopatiche.
La capacità di guarire è quindi insita in tutte le piante, differenziata soltanto dalla capacità della specie di manifestare più o meno bene la propria “energia interiore”, nonché dalla capacità di estrarla dal suo involucro.

E come dalla putrefazione dell’involucro del seme nasce una nuova piantina, così dalla scomposizione del grezzo scaturisce il principio curativo e questo in modo analogo in erbe, frutti e verdure.
Nel corso dei secoli il “Ricercatore della Natura” ha sviluppato vari metodi di estrazione dell’utile dall’inutile, dal fine dal grezzo per avere poi alla fine una sostanza medicinale più pura, sempre più vicina alla FORZA VITALE unica e indifferenziata nel suo utilizzo curativo; una panacea dunque, rimedio per tutti i mali, la difficoltà consiste “solo” nell’estrarla.
L’uso della sostanza sempre più pura presuppone la conoscenza della scomposizione profonda della pianta.

L’uso della sostanza grezza presuppone invece la conoscenza del “carattere” specifico di ogni pianta, poiché più grezza è la sostanza e più differenziato e specifico diventa il suo utilizzo: la pianta giusta per il problema di salute giusto.
La medicina popolare con i suoi modesti e semplici mezzi di “estrazione” ha sviluppato una grande conoscenza empirica dell’uso grezzo e differenziato di erbe, frutti e verdure e non solo per uso interno ma anche per uso esterno.

NON ESISTE CURA SENZA DISINTOSSICAZIONE
Nell’organismo ogni movimento o cambiamento, sia che si tratti di un ordine del sistema nervoso centrale verso una fibra muscolare, un’articolazione, un organo, sia che si tratti di una percezione sensoriale degli organi di tatto, o che si tratti di un movimento emozionale da mandare su al cervello; tutto avviene in una catena di reazione elettrochimiche.
In un chimismo inquinato le informazioni di funzionamento vengono travisate, l’organo si ammala.

La terapia adeguata è qui lo sblocco dei flussi per aiutare l’organismo ad incrementare i meccanismi automatici di disintossicazione e di recupero.
Molto spesso però si preferiscono i farmaci chimici che, il più delle volte, tamponano il sintomo senza togliere la causa: “intasamento”. Il processo patologico è destinato a continuare, andando incontro ad un intasamento progressivo.

Nella Medicina Naturale di definisce infatti “Malattia”,
la reazione biologica, intelligente e necessaria del nostro organismo contro tossine squilibranti tendenti ad eliminare, neutralizzare veleni endogeni o esogeni (provenienti dall’esterno o dall’interno) infiltratisi nel nostro chimismo o perlomeno a compensare i danni da loro inflitti.

Il primo tentativo dell’organismo è, come dicevamo, quello di neutralizzare le tossine inquinanti, rielaborandole attraverso una serie di meccanismi, per poi poterli espellere senza ulteriori danni. In questo è determinante il lavoro del sistema immunitario: Timo, Milza, Nodi e Canali Linfatici, il sistema di “polizia” e “pulizia” organico, e l’attività disintossicante del fegato.
Se l’organismo non riesce a eliminare tali veleni attraverso i canali fisiologici dei reni, intestini, polmoni, ghiandole sudorifere, mestruazioni ecc., cercherà per far questo altre vie, come per esempio la pelle o le mucose.
A seconda dell’aggressività della tossina, questo processo recherà dei danni, impropriamente chiamati malattia, che saranno però in ogni caso minori dei danni che risulterebbero dalla permanenza incontrollata della suddetta tossina nel corpo.
L’organismo nella sua intelligenza avvolge, incapsula, isola le tossine che non riesce a rielaborare o espellere, depositandole possibilmente lontano dal proprio chimismo, salvaguardando così il più a lungo possibile i centri vitali.
Ripostigli diventano dunque le parti più deboli e i punti più periferici, essendo questi luoghi di minore resistenza.
Gli impacchi costituiscono un metodo efficace per eliminare le tossine.

IMPACCHI ALLE VERDURE
Impacchi, impiastri, compresse già patrimonio culturale della Medicina popolare, sono diventati Metodiche Naturopatiche ben codificate con Kneipp, Hufeland e Felke, esimi luminari del settore.
Ai nostri giorni la cultura naturopatica ha sviluppato metodi a freddo e a caldo, con sola acqua, acqua e sale, acqua e aceto, argilla, derivati del latte, erbe, verdure o frutti.
Gli impacchi trovano applicazione la dove si richieda l’intenso scioglimento ed eliminazione di sostanze tossiche patogene dall’organismo, e vengono per lo più usati abbinati a una cura interna.
Il freddo umido dell’applicazione fredda produce sulla pelle in un primo momento una contrazione e in un secondo momento una dilatazione dei vasi sanguigni.
La coperta doppia di lana che ricopre l’impacco produce un graduale riscaldamento dello stesso, così che anche dall’impacco freddo scaturisce calore.
Il caldo umido dell’applicazione calda produce invece da subito la dilatazione dei vasi sanguigni.
La consistente dilatazione dei vasi della cute innesca un processo di eliminazione dal profondo dei tessuti.
Contemporaneamente si produce un effetto riflesso sugli organi interni, capace di rimuovere intasamenti e infiammi.
Inoltre il calore sviluppato dall’impacco rilassa i nervi e calma il dolore.
L’evaporazione calda nello strato umido dell’impacco allarga infine i pori, intensificando il processo di eliminazione.
A questa azione fisica si aggiunge poi l’azione curatrice della singola sostanza applicata, che ne intensifica l’effetto antiinfiammatorio, spasmolitico e decontratturante.

COME PREPARARE UN IMPACCO
Materiale occorrente: un panno di lana e due di cotone o di lino, uno dei quali più stretto dell’altro.
Stendere il panno di lana, adagiarci il panno di cotone o di lino più stretto e su questo il panno più largo contenente l’agente curativo o bagnato con il suo infuso.
Il bordo del panno di cotone o lino più largo si ripiega per 2 – 3 cm. fino a raggiungere la larghezza dell’altro e serve a contenere la sostanza solida eventualmente usata per l’impacco quale ricotta, patate, verza, cipolla e così via.
Direttamente sulla sostanza usata ovvero sul panno umido si adagia dunque l’areale corporeo da trattare, avvolgendolo con il primo strato (eventuale sostanza e primo panno di cotone o lino) che verrà chiuso con una spilla; dopodichè si riavvolge con il secondo panno di cotone o lino ed infine con il panno di lana.
Da caso a caso l’impacco si terrà per 1 – 2 ore o anche per tutta la notte.

IL NATUROPATA CONSIGLIA

Impacco alla ricotta
- al petto (da avvolgere bene e interamente): scioglie il muco e calma la tosse in caso di bronchite o asma bronchiale, si applica la ricotta a temperatura ambiente.
Tempo di applicazione: da 1 ora a tutta la notte.
- alla gola: per irritazione o infiammi e per rinforzare le corde vocali.
Tempo di applicazione: 1-2 ore.

Impacco alla patata
- al petto: scioglie il muco in caso di bronchiti, si applica la patata lessa, schiacciata e così calda da poter essere sopportata al contatto. Tempo di applicazione: 20 minuti.

Impacco al limone

- al petto: calma lo spasmo in caso di bronchite spastica o asma.
Si applica il panno di cotone o lino sottile imbevuto di succo fresco a temperatura ambiente. Tempo di applicazione: 2-3 ore o più.

Impacco alla camomilla

- alla pancia: calma dolori, crampi, vomito, si può applicare il resto solido dell’infuso o il panno di cotone o lino imbevuto del liquido. Per mantenere una temperatura più stabile è bene poggiare sopra l’impacco (sopra lo strato di lana finale), una borsa d’acqua calda.
Tempo di applicazione ¼ d’ora, da ripetere più volte dopo circa un’ora di pausa.

Impacco alla verza

- alla gola: spegne infiammi acuti e cronici eliminando le tossine dei microorganismi patogeni li insediati. Si applica la verza cotta a foglie intere o cruda macinata e a freddo. Tempo di applicazione: ½ ora a caldo e 2-3 ore a freddo.
È proficuo alternare con impacchi di argilla.

Impacco alla cipolla

- sull’orecchio: per pronto soccorso prima dell’arrivo del terapeuta esperto, calma il dolore, riduce l’infiammo. Si applicano cipolle crude tritate, si posiziona la testa con la parte malata poggiata sull’impacco, sotto il quale si può mettere una borsa d’acqua calda.
Tempo di applicazione ½ ora, ripetuto più volte dopo pause di circa 1 ora.

Impacco all’argilla

- dappertutto: assorbe egregiamente le tossine dai tessuti. Si applica l’impasto di acqua e di argilla a caldo o a freddo.
Tempo di applicazione: ½ ora a caldo, da 1 ora a tutta la notte a freddo.

Impacco alla coda cavallina:

- sui reni: calma il dolore e il crampo in caso di affezioni renali. Si applica il resto solido dell’infuso o il panno di cotone lino imbevuto del liquido, con borsa d’acqua calda per una temperatura più costante.
Tempo di applicazione 1 ora, ripetibile.

Impacco all’acqua e aceto:

- sui polpacci: per abbassare la temperatura e per liberare la testa in caso di febbre alta (è il caso di abbassarla se superiore a 39°). Si applica il panno di cotone o lino intriso di acqua e aceto a freddo. Tempo di applicazione: non più di ½ ora, può essere ripetuto dopo almeno 1ora di pausa