sabato 20 ottobre 2018
lunedì 24 settembre 2018
venerdì 21 settembre 2018
La PsicoFisioGnomica, tra Spirito e Corpo.
La PsicoFisioGnomica, tra Spirito e Corpo.
Lo Spirito dà forma e senso al corpo e non come locuzione virtuale, ma come reale "condensazione" materiale dello Spirito Vivente, come emanazione immanente del Divino trascendente.
La Psicofisiognomica nasce come osservazione antropologica sistematica con CASPAR LAVATER nella seconda metà del diciottesimo secolo, seguita da una valutazione più scientifica da CARL HUTER nella seconda metà del diciannovesimo.
"L'energia forma la forma", questo è uno dei postulati primari della Psicofisiognomica, per cui essa individua in ogni forma, sia mimica che strutturale, la confluenza di determinate energie, centripedali e centrifugali, in riferimento al soggetto e al suo "perimetro", nei suoi vari strati macro- e microscopici.
L'energia spirituale (centripedale) incontra l'energia del soggetto (centrifugale) determinando una qualità specifica di forma, sempre e comunque da rapportare al modello precostituito "genere umano", nonché al modello precostituito "personale"; costruendo così la specificità dell'individuo.
Ogni areale corporeo acquista perciò un suo valore significativo psicoenergetico di base, per la graduale e sempre più differenziata manifestazione dello stesso Spirito Vivente.
A tale valore e significato potenziale, psicoenergetico di ogni singolo areale corporeo, si associa, nell'ambito delle esperienze della nostra esistenza, l'energia emozionale più affine, ora come dinamica espressione di vitalità, di amore, di gioia; ora come espressione di sottomissione, di rancore, di tristezza, o di quant'altro affligge l'animo umano.
L'uno è ambrosia, l'altro è veleno per muscoli, giunture, nervi, organi e per tutta l'Esistenza unica personale, chiamata individuo.
Il corpo, da corpo fisico diventa "Corpo Psicoemozionale"
Ogni areale corporeo acquista perciò un suo valore significativo psicoenergetico di base, per la graduale e sempre più differenziata manifestazione dello stesso Spirito Vivente.
A tale valore e significato potenziale, psicoenergetico di ogni singolo areale corporeo, si associa, nell'ambito delle esperienze della nostra esistenza, l'energia emozionale più affine, ora come dinamica espressione di vitalità, di amore, di gioia; ora come espressione di sottomissione, di rancore, di tristezza, o di quant'altro affligge l'animo umano.
L'uno è ambrosia, l'altro è veleno per muscoli, giunture, nervi, organi e per tutta l'Esistenza unica personale, chiamata individuo.
Il corpo, da corpo fisico diventa "Corpo Psicoemozionale"
Esempio di determinazione grafica di uno stato d'animo con pochi segni. Dalla figura è inequivocabilmente visibile come il cambiamento di un solo segno possa già indicare uno stato d'animo differente.
Considerando i concetti fondamentali:
- la mimica è la forma di un atteggiamento psicologico e posturale momentaneo,
- la forma un atteggiamento uguale, costante e continuo.
Per lo studio dei singoli areali, la Psicofisiognomica individua alcune divisioni idonee a semplificarne l'analisi generale, per poi differenziarsi sempre più nei dettagli.
1) La prima analisi del "Corpo Psicoemozionale" relaziona:
- Le ossa alle convinzioni.
- I muscoli e tutti i tessuti molli ai pensieri.
- I liquidi corporei alle emozioni.
2) La seconda analisi divide il sistema Corpo Psicoemozionale in 5 gruppi, che qui chiamo Divisioni:
a) Prima Divisione: avanti ↔ dietro:
sul piano sagittale, sulla linea mediana ovvero sulla linea di intersezione tra lo stesso piano sagittale e quello frontale dove:
• la parte anteriore: indica ciò che il soggetto ha davanti, come egli affronta la vita e le situazioni, come egli vede il proprio futuro, come si muove e si pone rispetto agli altri, nonché il grado di apertura rispetto al mondo che lo circonda.
Essa è la parte più intima e ha riferimento alla madre;
• la parte posteriore: .... si rifà a ciò che è stato vissuto e a ciò che quindi abbiamo lasciato nel passato, ci siamo lasciati alle spalle; indica come l'individuo ha vissuto e quanto nel presente pesano quelle esperienze, ovvero come vive il peso delle situazioni e degli intenti non elaborati.
Indica altresì il grado di chiusura del soggetto. Essa è la parte più corazzata del personale ed ha riferimento al padre.
b) Seconda Divisione: destra ↔ sinistra: sul piano frontale sempre all'altezza della linea mediana:
• dove la destra: è la parte Yang, la parte razionale, ed ha riferimento al maschio (all'uomo) al sole, all'azione;
• la sinistra: è la parte Yin, la parte emozionale, energetica, più accogliente, più adattabile, più passiva, ha riferimento alla femmina (alla donna), alla luna, all'intuizione.
c) Terza Divisione: Tronco ↔ Arti:
• dove il tronco: rappresenta il personale, privato, intimo.
• gli arti: rappresentano, come una sorta di tentacoli, l'emanazione del personale nel collettivo:
- gli arti superiori: per la capacità di tastare ciò che ci sta intorno e per maneggiare o anche manipolare cose, eventi e persone.
- gli arti inferiori: per la fermezza, la stabilità di posizione del soggetto, la capacità di reggersi sulle proprie convinzioni e di andare avanti per affrontare il futuro.
d) Quarta Divisione: Testa ↔ Corpo:
• dove la testa: rappresenta il mentale, l'idea, il pensiero, la guida;
• il corpo: la realizzazione concreta di quanto proviene dalla testa.
e) Quinta Divisione: Sopra ↔ Sotto: tagliando virtualmente, l'unità del Corpo Psicoemozionale con un piano orizzontale all'altezzadel diaframma dove:
• sopra agiscono e fluiscono evolvendo in direzione craniale e involvendo in direzione caudale le energie più sottili quali: il sentimento, l'intellettualità, la moralità, la spiritualità.
Ha riferimento psicologico sulla "coltivazione" del proprio essere personale, sull'acculturamento, sul pensiero elaborato sull'elevazione intellettuale e spirituale;
• sotto agiscono e fluiscono evolvendo in direzione caudale e involvendo in direzione craniale le energie sostanziali, ossia di nutrimento, di emozione, di procreazione, di bisogni essenziali, di forza bruta e primordiale.
Ha riferimento psicologico sull'organico, sulla presa di posizione, sulla radicatezza, sul terreno, sul concreto, sul razionale.
3) La terza analisi divide il sistema in 3 caratteri, chiamati Naturali: naturale alimentare, naturale sensibile, naturale di movimento.
- il naturale alimentare sarà rotondeggiante nella sua forma, colmo, magari rigonfio di liquidi e di carne. Ha troppi pensieri (carne), poco elaborati ("troppa carne a cuocere"), molte emozioni cumulate e non vissute (liquidi in ristagno). Carattere tendente al passivo, lento sia nell'agire che nel suo metabolismo, ma anche accomodante, accogliente. . Fa pensare alla "mammona"- nutrice, che partecipa di tutte le vicissitudini dei propri cari, e nulla fa mancare ai propri figli. Vive del passato.
- Il naturale sensibile avrà aspetto delicato con lineamenti fini, dolci e lisci, quasi assenza di rughe. Equilibrato nella struttura tra massa ossea e massa carnosa, senza rigonfiamenti e senza spigoli. È una persona sensibile al proprio mondo interiore ed esteriore, non è in grado di trattenere il vissuto in pensieri (carne) o emozioni (liquidi). I movimenti sono ponderati e ritmici.
La sensibilità esasperata può manifestarsi in ipersensibilità magari con allergia o con nervosismo e tensione. Vive del presente.
- Il naturale di movimento sarà di aspetto muscoloso, agile, teso, con viso e corpo squadrato e spigoloso. Avrà lineamenti marcati con molte rughe di espressione. Carattere determinato, proiettato verso un traguardo, verso un fine. Tutto il suo corpo esprime attività, dinamismo. Il suo metabolismo tende a consumare. Stress, iperattività e iperfunzione, sopraggiungeranno se esaspera le sue qualità. Vive del futuro.
Ovviamente sono più che rari i naturali puri, per cui più naturali possono coesistere in una stessa personalità, differenziata appunto, dal prevalere di uno sull'altro.
Tale prevalenza soggettiva, determinando una individualità irripetibile nella molteplicità dei caratteri, può essere ulteriormente analizzata rispetto all'armonia delle proporzioni.
Può esserci quindi un naturale armonico o un naturale disarmonico, a seconda delle proporzioni delle singole parti di un areale (per esempio le singole parti del naso oppure il naso o/e gli occhi, con la bocca) o di più grandi areali fra loro (per esempio le gambe con il torso); senza ovviamente dimenticare che si tratta sempre e comunque di una personale valutazione, più o meno oggettivabile.
Maestri e Mastri di pittura, scultura e architettura hanno affermato che quanto più le proporzioni del corpo o dell'oggetto si orientano alla "Sezione Aurea"o "Divina Proporzione", tanto più la forma emanerà armonia, stabilità e bellezza.
Nell'analisi Psicofisiognomica differenziata del più piccolo areale, tali informazioni si incontrano per cercare di dare una definizione analitica, più particolareggiata ed esatta possibile.
Con la premessa rimarcata che l'osservazione è sempre solo opinabile, per mezzo della Psicofisiognomica, l'esperto potrà avere dei riferimenti utili che aggiungerà ad elementi dettati da altri metodi di indagine, oppure eventualmente dalla diagnosi scientifica; nel tentativo di comprensione più completa, globale del disturbo, con conseguente migliore risultato dell'atto curativo.
Per una analisi Psicofisiognomica plausibile, ogni segno è da inserire nel quadro del soggetto esaminato; significativo non è tanto il singolo segno, bensì il rapporto tra i vari segni.
Una siffatta analisi, seppur notevolmente indicativa della personalità, non può e non deve essere considerata assoluta, ma potrà essere usata come linea guida nell'intento di migliorare la comprensione della persona e delle sue necessità.
Una volta individuata la personalità base, la Psicofisiognomica ci permette di perfezionare la nostra indagine dando valore psicoemozionale alle carenze, agli eccessi, ai disturbi fisiologici, ai criteri di statica e di postura e alle singole patologieorganiche o strutturali.
È così che nell'approccio NATUROPATICO diagnostico e terapeutico, sia manuale che di somministrazione, la funzione si combina indissolubilmente alla psicoemotività ed essa all'energia, al mentale che dirige e guida.
Quel "mentale" che non è da confinare nel sistema nervoso, ma è invece artefice dell'attività individuale di ogni singola cellula, di ogni singolo tessuto, di ogni organo, di ogni unità sistematica, e altresì denominatore comune dell'intero "sistema persona".
Qualsivoglia azione curativa meccanica, seppur altrimenti efficace, non potrà avere valore completo, non potrà essere duratura se non trascende dal corporeo per approdare alla sfera Psicoemozionale e da essa alla Spirituale.
Nell'analisi Psicofisiognomica differenziata del più piccolo areale, tali informazioni si incontrano per cercare di dare una definizione analitica, più particolareggiata ed esatta possibile.
Con la premessa rimarcata che l'osservazione è sempre solo opinabile, per mezzo della Psicofisiognomica, l'esperto potrà avere dei riferimenti utili che aggiungerà ad elementi dettati da altri metodi di indagine, oppure eventualmente dalla diagnosi scientifica; nel tentativo di comprensione più completa, globale del disturbo, con conseguente migliore risultato dell'atto curativo.
Per una analisi Psicofisiognomica plausibile, ogni segno è da inserire nel quadro del soggetto esaminato; significativo non è tanto il singolo segno, bensì il rapporto tra i vari segni.
Una siffatta analisi, seppur notevolmente indicativa della personalità, non può e non deve essere considerata assoluta, ma potrà essere usata come linea guida nell'intento di migliorare la comprensione della persona e delle sue necessità.
Una volta individuata la personalità base, la Psicofisiognomica ci permette di perfezionare la nostra indagine dando valore psicoemozionale alle carenze, agli eccessi, ai disturbi fisiologici, ai criteri di statica e di postura e alle singole patologieorganiche o strutturali.
È così che nell'approccio NATUROPATICO diagnostico e terapeutico, sia manuale che di somministrazione, la funzione si combina indissolubilmente alla psicoemotività ed essa all'energia, al mentale che dirige e guida.
Quel "mentale" che non è da confinare nel sistema nervoso, ma è invece artefice dell'attività individuale di ogni singola cellula, di ogni singolo tessuto, di ogni organo, di ogni unità sistematica, e altresì denominatore comune dell'intero "sistema persona".
Qualsivoglia azione curativa meccanica, seppur altrimenti efficace, non potrà avere valore completo, non potrà essere duratura se non trascende dal corporeo per approdare alla sfera Psicoemozionale e da essa alla Spirituale.
Per il NATUROPATA ogni azione grezza dovrà essere accompagnata o seguita da una sottile.
- L'Osteopatia e la Chiropratica meccanica diventa così: PsicoArtroDinamica;
- l'Azione Manuale Rilassante: Percezione;
- il Massaggio Riflessoggeno o Zonale: Sensibilizzazione;
- ogni Cura: Consapevolezza.
Tratto dal libro "NATUROPATIA Scienza e Trascendenza" di giuseppeImbriani
lunedì 17 settembre 2018
BIOETICA e SALUTE - Il Comportamento -
Il Comportamento:
Elisir di SALUTE o promotore di malanni
Il termine "Comportamento", non solo etimologicamente, fa già rima prima con Portamento e poi con Postura e Atteggiamento; sennonché la ricchezza del linguaggio non permette che la definizione di una parola si esaurisca ad un solo significato.
Per cui significati primari si sovrappongono e si intrecciano a modi di dire nonché ad altri significati, ritenuti secondari magari appunto soltanto per l'uso corrente che se ne fa.
Col termine "Postura", nel suo significato primario, si delinea quindi un portamento statico-dinamico dal punto di vista fisico, dell'apparato locomotorio.
Col termine "Atteggiamento" si descrive invece un portamento statico-dinamico atto a esprimere, rappresentare, ostentare, posare, dimostrare o anche recitare un comportamento.
Il "Com-portamento" a sua volta è portamento esprimente emozione, sia in maniera conscia che inconscia; nei confronti di se stessi, dei propri simili, del proprio ambiente.
L' "E-mozione" poi, di certo, è un movimento pressante che induce ad assumere una posizione ben precisa nei confronti di cose e persone o anche nei confronti di se stessi.
Tale "Posizione", evidentemente fisica, psicoemotiva e morale, varia, da rigida e contratta, di discredito, di repulsione e di freddezza; a flessibile ed accogliente, di com-mozione, di partecipazione e di calore umano; passando da una neutra, insipida, flaccida e di assoluta indifferenza.
L' E-mozione che muove e com-muove produce sentimento e ri-sentimento con un forte richiamo alla coerenza.
Ed è proprio la "Coerenza" di azione tra coscienza e conoscenza, tra volere ed agire che determina il carattere di un individuo.
Il termine "Carattere", dal suo canto, forte o debole che sia, individua una qualità variabile di stabilità statico-dinamica o di sicurezza psicoemozionale, comportamentale, di rango, di livello e di rapporto sociale, nonché una certa emanazione empatica che chiamiamo carisma.
Il "Carisma", per suo conto, è ben strutturato da certezze (o fede) e rigor d'essere.
Se a dette qualità strutturali, su questo buon terreno già reso fertile e preparato da una buona dose di sentimenti dolci, quali amorevolezza e cordialità, seminiamo una altrettanto buona quantità di moralità e spiritualità, e lasciamo ancora irradiare dal sole vivificante della coerenza, germoglierebbe l'UOMO auspicabile.
Il Portamento di costui crescerebbe in carisma e luminosità, in senso etico.
L' "Etica del suo com-portamento" sostiene più disinvolto e flessibile il suo portamento, in quanto alla struttura del rigor d'essere e stata aggiunta coerentemente la dolcezza del cuore, un ingrediente davvero supremo.
È il traguardo auspicabile per una nuova era di convivenza.
"Mens sana in corpore sano", è un'espressione oramai di uso e consumo comune, ma nella società odierna chi ne coglie veramente l'insegnamento ??
Purtroppo ci "nutriamo" continuamente di veleni esogeni ed endogeni, così che alla normale graduale corruttibilità del nostro organismo aggiungiamo sostanze tossiche e psicotossiche.
Ciò da una parte con un comportamento alimentare ed ambientale orientato all'immissione sconfinata di sostanze tossiche, all'utilizzo sconsiderato delle risorse, nonché ad un uso/abuso di nutrienti e di irritanti.
Dall'altra con un comportamento psicoemozionale propenso ad una ricerca crescente di eccitazione adrenalinica, basata sulla paura e sull'orrore, nonché al confronto con le endotossine generate da rancore, rabbia, odio, tristezza, sensi di colpa, o quant'atro inibisce o supersprona il sistema neurovegetativo ed ormonale, inquina il metabolismo, deviando svariate funzioni organiche.
Oltretutto da una deflessione statica, dovuta ad un trauma oppure ad un comportamento posturale dettato dallo stato d'animo, può scaturire una compressione meccanica di apparati organici, vasi, nervi o radici nervose.
Il processo di stasi o di ipermovimento irrita e inquina il metabolismo locale dei tessuti, per cui si crea anche qui il presupposto di una deviazione funzionale, il terreno per l'insediamento microbico e dunque la malattia.
Onori dunque alla definizione di Salute da parte dell'O.M.S .
La salute è veramente Equilibrio fisico, psichico, sociale ed ambientale; così che essa diventa una robusta costruzione, consolidata nella sua struttura da una ulteriore forza che, seppur proveniente dal trascendentale, stabilizza la vita biologica, riduce all'essenziale la corruttibilità fisica e mentale, forma il portamento.
Tale forza è la "Carica Interiore" che nasce e cresce dal Comportamento Etico.
Con l'Etica la salute da un diritto costituzionale, diventa un diritto e un dovere morale.
In CONCLUSIONE
Attraverso i nessi etimologici e le correlazioni psicosomatiche ho inteso tracciare un percorso di interrelazione che unifica realmente le varie manifestazioni del creato, dietro la medesima regia del Supremo Creatore.
La Bioetica, se non si vuole rischiare di applicarla solo in maniera pragmatica alla scienza, alla medicina, all'ambiente, alla morale umana, deve inquadrare direttamente la necessità che l'Animo, la Virtù, l'Etica di ogni individuo si evolva nel Comportamento, non solo specifico, ma globale.
È proprio da tale evoluzione che è determinato il declino o l'elevazione del genere umano e del singolo individuo.
D'altronde il comportamento è in diretta relazione con tutti gli altri aspetti del modello precostituito "persona": statico, funzionale organico, psicoemotivo e spirituale.
Esso è altresì la diretta correlazione attraverso la quale " l'essenza partecipa all'essere divino ed assoluto " (San Tommaso d'Aquino).
Culture antiche ci suggeriscono che gestire la propria vita in consapevolezza e coerenza, ovvero sensibilizzarsi alla reazione al piccolo impulso, significa allontanare gli eventi dagli estremi, mantenere l'armonia nell'"equilibrio oscillante" per non dover essere sottoposti ad impatti forti e cruenti.
L'Etica naturale, costruita con la propria Virtù, dovrebbe guidare ogni Comportamento della società e dell'individuo.
Questa è la chiave del nostro riscatto spirituale; questo è, nel suo piccolo, il grande impegno professionale del NATUROPATA.
In una comunità:
più si è lontani da Dio
e più leggi occorrono per governarla,
meno si è lontani da Dio
e le poche leggi occorrenti si avvicinano sempre più all'unica legge dell'Amore.
Tratto dal libro "NATUROPATIA Scienza e Trascendenza" di giuseppeImbriani
mercoledì 29 agosto 2018
Piano di Studi IME 2018-2019
Cari ALLIEVIeINTERESSATI -ime,
è uscito il nuovo Piano di Studi 2018-2019.
è uscito il nuovo Piano di Studi 2018-2019.
Per il Piano di Studi completo clicca:
http://www.naturopatia-ime.it/pianodistudiannuale.pdf
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A breve il Calendario dettagliato dei Corsi.
GRAZIE...gI
GRAZIE...gI
venerdì 17 agosto 2018
La “LUCE” nella Medicina Alchemica.
Per la Medicina Alchemica la malattia è la prevalenza patologica dell'ombra sulla Luce.
A livello Psico-emotivo la concentrazione d'ombra si traduce in paura, sfiducia, incertezza, chiusura, tristezza, pressione, mensogna, ingratitudine, rancore ed altri sentimenti bui.
La LUCE "Prima Essenza"
Al fine di evidenziare la possibilità di relazionare il "tutto" ai principi alchemici, consideriamo da vari punti di vista la "luce".
Parlando di luce, viene spontaneo pensare al sole, la stella del nostro sistema planetario, simbolo di vita per tutti gli esseri viventi della Terra.
È risaputo che nelle piante la fotosintesi clorofilliana rende possibile la sintesi di sostanze organiche da materiale inorganico (organicazione). Si conoscono comunque anche altri effetti dell'energia luminosa.
La luce, assorbita da una quantità relativamente piccola di molecole, quali la clorofilla delle piante, sollecita il movimento trofico (l'accrescimento) e il movimento tattico (l'orientamento) ed inoltre arricchisce di energia il sistema biologico; non solo nel mondo vegetale ma anche in quello animale.
L'azione di movimento trofico nel mondo animale, e quindi anche nell'uomo, si riconosce nell'attivazione da parte della luce della Vitamina D, indispensabile per la costruzione della struttura ossea.
La Totalità delle suddette "fotorisposte" va sotto il nome di "fotomorfogenesi".
Nel mondo vegetale ad assimilare l'energia luminosa è il cosiddetto "fitocromo" (pigmento della clorofilla) ed è interessante constatare che la lunghezza d'onda dell'energia assimilata è specifica, risulta infatti differente da pianta a pianta.
Come dire: ogni pianta (o in generale, ogni essere) assorbe la qualità, la lunghezza d'onda di energia luminosa che desidera, la qualità di luce per la quale è predisposta.
Ovvero, in altri termini: ogni essere si "nutre" di una qualità specifica di energia luminosa, consona alle "antenne" che il soggetto ha in se preimpostato, come forma, come modello personale.
La scienza ha avuto già sempre la luce quale oggetto di ricerca.
Azzardando una breve sintesi delle varie ipotesi, si può dire che si è passati più volte dalla concezione corpuscolare a quella ondulatoria.
L'una, la corpuscolare, teorizza prima "corpuscoli" e dopo "quanti" o "fotoni" che si staccano dal corpo luminoso, ossia massa di consistenza infinitesimale ma ancora misurabile che si stacca da una massa più grande.
La seconda, l'ondulatoria, teorizza invece onde sferiche generate dall'agitazione delle particelle del corpo luminoso stesso; ossia a staccarsi non sarebbe una massa bensì un'onda senza consistenza alcuna.
Nell'analisi sperimentale scientifica ci si è dovuti confrontare con il paradosso che la prima teoria escludeva la seconda e viceversa, finché si è giunti ad una visione intermedia che considera la luce sia corpuscolo che onda; per poi definire l'energia luminosa una radiazione elettromagnetica, con lunghezze d'onda ben precise.
Concezioni nuove o riscoperta di antica saggezza??
Nella filosofia alchemica, la luce viene considerata "il principio fisico-metafisico", il punto di unione tra l'impalpabile ed il palpabile, "il principio primo" (l'1), sgusciato dall'uovo filosofico, dallo 0 infinito e nulla. Essa è la "favilla" tra massa e non-massa che mette in relazione l'unico con il molteplice e, in quanto principio comune nel molteplice (tutti i numeri sono divisibili per 1), è anche la "chiave di lettura simbolica" che rende intelligibile la realtà fisica.
La luce, addentrandosi nel suo percorso involutivo, lascia quindi la sua purezza originale per condensarsi in maniera sempre più fitta creando gradualmente l'ombra: il "principio secondo" (il 2) o "Materia Madre".
L'ombra è di natura duale: ombra stessa e luce, nero e bianco, Yin e Yang; perpetuandosi in densità diverse determina poi il molteplice del mondo fisico.
O come direbbe l'Alchimista: per rinnovarsi nel molteplice l'ombra duale, quale fertile donna, si lascia progressivamente fecondare dal seme maschio della luce, concependo un figlio, il "principio terzo" (il 3).
La medesima luce che ha creato il mondo fisico, ora, nella lunghezza d'onda del 3, lo anche vivifica, lo rinnova all'infinito con nuova energia ed azione.
Detto in altri termini nella concezione alchemica la luce è il Mercur, "lo Spirito Divino", che nelle varie lunghezze d'onda si condensa nella materia prima come Sulfur ( = soggetto virtuoso) e poi come Sal ( = soggetto fisico), permanendo comunque nella massa in una più bassa vibrazione ancora come Mercur ( = soggetto spirituale).
L'Alchimia individua dunque nell' ESSERE un Soggetto Spirituale, un Soggetto Fisico e un Soggetto Virtuoso; non come agenti separati, ma uni e trini contemporaneamente.
Il Soggetto Spirituale (o Mercur alchemico):
è nell' 1: il principio simbolico dell'emanazione della luce astrale, la spiritualità, l'intelligenza, scintilla della Virtù Assoluta;
è nel 3: l'Intelligenza Collettiva, l'energia, il mentale, l'azione evolutiva che plasma, con la materia madre, la forma;
è nel 5: la Quintessenza: la forza vitale, il principio curativo, l'intelligenza individuale, l'azione guaritrice della Natura, il quinto elemento che sostiene i quattro, l'idea e l'Etere Aristotelico;
è nel 9: la Forza Spirituale sostegno e guida per il creato, il richiamo al divino, la nostalgia del paradisiaco che riconduce l'Essere alla fonte.
Il Soggetto Fisico (o Sal alchemico), composto a sua volta da un'alternanza di luce e di ombra più o meno densa, alternanza di luce in varie lunghezze d'onda, invece:
è nel 2: il principio simbolico della Materia Madre, della dimora, del ricettacolo;
è nel 4: la stabilità, la struttura del corpo fisico;
è nel 6: il tondo dell'organico nel macrocosmo della forma;
è nell' 8: potendosi ora alzare vibrazionalmente di "ottava", l'infinita evoluzione della Natura.
Nel microcosmo la luce prende invece struttura triangolare, cristallina condensazione del pensiero, del mentale, del 3.
La qualità del Sal è comunque direttamente proporzionale al suo:
Soggetto Virtuoso (o Sulfur alchemico), figlio della luce e del buio manifesto, che rappresenta appunto il principio simbolico della Virtù del soggetto.
Lo Spirito (o Mercur) nelle sue diverse vibrazioni 1, 3 e 5 emerge, sublima, dalle varie densità della materia (o Sal) 6, 4, e 2 plasmando il seme dell'Anima: il Sulfur, il 7.
Il Sulfur è quindi la vibrazione:
tra Spirito e Corpo: 1 + 6 (= 7),
tra Intelligenza e Struttura: 3 + 4 (= 7),
tra Essenza e Materia Madre: 5 + 2 (= 7);
è l'Anima che determina nel corpo fisico una "forma", una "Qualità virtuosa individuale".
Pur partendo tutto da una sola luce, un solo "principio", l'energia luminosa crea progressivamente, in densità diverse, 3 "principi", 3 "soggetti" (o meglio 3 qualità dello stesso soggetto) e, come in un ologramma, ogni singolo principio li contiene in se tutti e tre, in nuove vibrazioni e densità, e ognuno di quest'ultimi a sua volta contiene nuovamente i tre principi, in ancora diverse densità, e ciò non 1, 10, 1000 volte, ma all'infinito; sia verso la scomposizione microcosmica, che verso la condensazione macrocosmica e sia verso tutte le direzioni dimensionali ancora sconosciute.
Mercur, Sulfur e Sal (Spirito , Anima e Corpo), uni e trini, costruiscono quindi insieme il "soggetto"; sia nel mondo vegetale, nel mondo animale, che nel mondo minerale.
Mercur e Sulfur sono presenti nel Sal, nel contenitore, nella struttura del corpo fisico, e non solo in un significato puramente virtuale, ma in maniera tangibile, condensati nella materia della quale ne determinano la qualità.
Quanta più Intelligenza e Virtù, tanto più sano ed efficiente il corpo fisico, tanto più pura e lucente, solida ed elastica la sua struttura.
Dall'altro lato un Sal, un corpo purificato "filtra" e "accoglie" il suo Mercur, la sua Intelligenza, il quale sublima poi il suo Sulfur, la sua Virtù.
È così che le tre componenti della stessa unità, Spirito Anima e Corpo, evolvono vicendevolmente le loro qualità.
Nel linguaggio dell'alchimista si direbbe:
lo Spirito incalza l'Anima, l'Anima redenta richiama lo Spirito a purificare la sua Terra, la Terra pura è quindi pronta ad accogliere il nuovo seme, il quale può germogliare a nuova vita;
in un ciclo di cause ed effetti che pervadono micro e macrocosmo; in una evoluzione senza inizio né fine, di ciclica e perpetua trasformazione.
La Luce nella Medicina Alchemica
Per la Medicina Alchemica la malattia è la prevalenza patologica dell'ombra sulla luce.
L'ombra diviene sempre più fitta, condensata, concrementata.
A livello organico il ristagno della concrementazione, l'indurimento della materia, crea intasamento, l'intasamento sempre più ristagno; i flussi (sanguigni, linfatici, energetici) oramai densi e pesanti rallentano e ciò si traduce in inquinamento dei liquidi e dei tessuti.
Il chimismo inquinato produce deviazione delle trasmissioni elettrobiochimiche nei nervi, nei secreti e nei tessuti, con conseguente deviazione delle funzioni organiche.
Il tessuto saturo di tossine diventa il terreno adatto per l'insediamento microbico.
All'infiammo e all'infezione segue poi la fase degenerativa.
A livello Psico-emotivo la concentrazione d'ombra si traduce in paura, sfiducia, incertezza, chiusura, tristezza, pressione, menzogna, ingratitudine, rancore ed altri sentimenti "bui".
Nella preparazione alchemica "in vitro", l'esaltazione della "valenza medicinale" di sostanze naturali provenienti dai tre mondi: minerale, vegetale e animale; non è che l'Esaltazione della Virtù sulla tossicità, della luce sul buio; come dire che il rimedio naturale ci presta la sua Virtù, per sollecitare la nostra.
Tali Elisir diventano così, validi aiuti per portare luce nel buio, grazia nella disgrazia, partendo dalla lunghezza d'onda della luce liberata dalla sostanza purificata che con essi assumiamo.
Ma l'Esaltazione Virtuosa definitiva deve comunque avvenire nel profondo del nostro essere. È lì che la luce deve superare il buio, la Virtù il veleno.
E se luce è energia, se luce è chiarezza, lealtà, morale, apertura, amicizia, consapevolezza, gratitudine, gioia, amore; l'esaltazione di tali Virtù non può che portare guarigione e salute, allo Spirito, all'Anima e al Corpo.
Se l'equilibrio viene raggiunto nella lunghezza d'onda consona al soggetto, il gioco di luci e d'ombra crea nella struttura un'armonia di forme e di colori, donando la Virtù di essere sano e di sanare, poiché
"ciò che è puro non può che sollecitare purezza, ciò che è luce non può che indurre lucentezza; sia in vitro, che nel corpo, che nell'intimo individuale".
E come il calore del sole evolve la sostanza nell'atmosfera terrestre, così l'amore, il sole, libero di splendere nel nostro cuore, elargisce generoso la gioia della consapevolezza dell'1, del principio primo in noi:
la LUCE, la Scintilla Divina.
Tratto dal libro "NATUROPATIA Scienza e Trascendenza" di giuseppeImbriani
mercoledì 21 marzo 2018
venerdì 9 marzo 2018
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