Come Medici (935) e come Psicologi aderenti ad AMPAS sentiamo il bisogno con
urgenza di esprimere la nostra opinione e di risvegliare le coscienze
ad una maggiore consapevolezza sui rischi a cui stiamo esponendo le
nostre vite.
Siamo di fronte all’ennesimo tentativo dei governi (in Italia come
nel resto del mondo) di prolungare artificiosamente lo stato di allarme
verso un’epidemia che ormai sta provocando un numero di decessi risibile
e che da mesi in Italia lascia vuote le terapie intensive.
È estremamente fuorviante confondere le persone sane asintomatiche,
positive al tampone, con i “contagiati” (che per definizione devono
essere malati).
Se l’asintomatico viene considerato fonte di contagio,
questo significa che scuole, aziende e altri centri di aggregazione
verranno tutti chiusi e messi in quarantena, poiché i tamponi a tappeto
effettuati sulle persone sane danno spesso falsi positivi, fornendo una
falsa immagine di diffusione della patologia, quando invece l’unica cosa
che si sta diffondendo è la resistenza anticorpale alla malattia
stessa.
È di grande importanza sovvertire subito questa menzogna, che
rischia di portarci a nuovi lockdown (magari inizialmente parziali) per
una patologia di cui ora si conosce meglio un approccio terapeutico
efficace, i cui decessi quotidiani sono da 100 a 500 volte inferiori
rispetto a quelli dovuti a problemi cardiovascolari (circa 600
decessi/giorno) e a quelli dovuti a tumori (circa 500 decessi/giorno).
Patologie cardiovascolari e tumorali che potrebbero essere facilmente
prevenute con interventi sistematici sullo stile di vita (movimento
fisico, eliminazione zuccheri, controllo del peso, cibi senza pesticidi,
riduzione inquinamento, stop al fumo).
Chi vuole imporre ulteriori lockdown (magari a macchia di leopardo)
senza motivo genererà il fallimento di tutte le imprese sopravvissute
con difficoltà al primo, già durissimo, che in Italia abbiamo dovuto
sopportare.
Sappia chi accetterà di farsi tracciare, identificare,
testare che potrà succedere anche a lui.
La domanda da porsi è: perché?
Quali motivazioni spingono qualcuno a mandare il Paese in rovina senza
alcun plausibile motivo?
Speriamo che politici, giornalisti e medici che
appoggiano le scellerate scelte governative siano in grado di darci una
spiegazione.
Noi, con questa lettera, vogliamo solo che ci sia
restituita la verità dei fatti:
che gli asintomatici non vengano
assoggettati a inutili tamponi e
che i diritti costituzionali da noi
duramente conquistati (diritto al lavoro, all’istruzione, alla libera
circolazione, alla libera scelta di cura, alla privacy) non ci siano più
sottratti, ora e per sempre.
Se non difenderemo attivamente i nostri diritti, con la scusa dei
falsi “focolai di contagiati”, al primo colpo di tosse o alle prime
linee di febbre scuole, aziende, comunità verrano chiuse, e la nostra
vita non potrà mai più tornare come prima.
Alleghiamo documenti e relazioni che chiariscono in modo inequivocabile la nostra posizione:
1. TAMPONI SOLO AI SINTOMATICI: Che al tampone debbano essere
sottoposti solo i malati sintomatici pare chiaro da queste dichiarazioni
del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, ripreso dal
Consiglio Superiore di Sanità:
Criteri per sottoporre soggetti asintomatici a tampone (documento del CSS) 26 febbraio 2020
Caso sospetto che richiede test diagnostici:
Pazienti con infezione respiratoria acuta (insorgenza
improvvisa di almeno uno dei seguenti: tosse, febbre, dispnea) che
richieda il ricovero o meno, e che nei 14 giorni precedenti l’insorgenza
dei sintomi hanno almeno uno dei seguenti criteri epidemiologici:
Il gruppo di lavoro ritiene che trasferire un numero elevato di
campioni che risulteranno poi essere, nella larghissima maggioranza dei
casi, negativi a laboratori di virologia non sia scientificamente
giustificabile.
Il gruppo di lavoro ritiene appropriate e condivisibili le indicazioni emanate dal Ministero della Salute e ribadite nella circolare,
raccomandando che l’esecuzione dei tamponi sia riservata ai soli casi
sintomatici. In assenza di sintomi, pertanto, il test non appare al
momento sostenuto da un razionale scientifico, in quanto non fornisce
un’informazione indicativa ai fini clinici e potrebbe essere addirittura
fuorviante”.
2. L’ASINTOMATICO NON CONTAGIA: Che l’asintomatico non rappresenti un problema per nessuno pare altrettanto chiaro:
Il seguente documento afferma
che “prendendo come modello l’infezione da SARS e MERS-Cov il rischio
di trasmissione in fase asintomatica-prodromica sembra essere basso o
molto basso.
Anche in altri comuni modelli di infezione virale respiratoria,
quali quelli dell’influenza e del virus respiratorio sinciziale,
l’agente infettivo si trasmette in maniera significativa solamente
durante la fase sintomatica. È comunque ragionevole ritenere che la
carica virale presente nei soggetti asintomatici sia marcatamente
inferiore rispetto a quella presente nei secreti dei soggetti con
sintomatologia pienamente espressa. Il contributo apportato da
potenziali casi asintomatici nella diffusione epidemica appare
limitato”.
3. ILLEGITTIMITÀ DEGLI OBBLIGHI: Qualunque ordinanza, circolare,
norma di carattere amministrativo o decreto ministeriale che violi una
legge di livello superiore è per definizione illegittima, come ben
riportato da questo parere dell’avv. Luzi e da quest’altro dell’avv. Nadia Martini.
Dice Luzi: “Il tampone non è un vero e proprio strumento
diagnostico, la presenza di un virus attivo e infettante andrebbe
ricercata tramite coltura. L’obbligo è illegittimo perché le norme di
carattere amministrativo non possono derogare norme di rango superiore
(leggi), e in particolare l’art. 32 della Costituzione (“Nessuno può
essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge”). L’obbligo è illegale perché si tratta di una
coercizione che non spetta perché il soggetto non sta facendo nulla di
illegale che giustifichi un trattamento sanitario obbligatorio.”
Il pubblico ufficiale che obblighi un cittadino a misure non
previste dalle leggi sta agendo “in forza di autorità” e non più in
forza di legge. Per questo motivo non solo il tentativo di coercizione è
illegittimo, ma il cittadino ha diritto di identificare con nome e
cognome il pubblico ufficiale (agente di polizia, personale sanitario,
responsabile di un esercizio commerciale) segnalandogli che lo riterrà
responsabile personalmente di qualunque danno dovesse derivare dalla sua
illegittima condotta. Ciò vale sia per la richiesta di test o di
tamponi, che per l’obbligo di indossare mascherine, visiere o altri
dispositivi.
4. INAFFIDABILITÀ DEI TAMPONI: Qui di seguito alcune considerazioni
del medico Antonio Laudani e della dr.ssa Marianna Storto sulla non
affidabilità dei tamponi nel definire la presenza del virus e la sua
pericolosità, sulla base degli studi scientifici ad oggi disponibili:
- Quasi tutti gli studi si concentrano sui falsi negativi su pazienti
sintomatici. In questo caso il punto di vista è di chi vuole essere
sicuro di non fare una diagnosi corretta su un paziente SINTOMATICO.
- I risultati sono radicalmente diversi se il tampone è fatto ad un giorno o al quinto giorno dall’esordio dei sintomi.
- Il test è un test QUALITATIVO e non QUANTITATIVO. Quindi non c’è
correlazione tra positività e infettività che è correlata con il numero
di virioni infettanti.
- Lo stesso tampone (swab) non sappiamo se è sempre un tampone
approvato per l’uso. Deve avere un marchio CE ed essere usato da
personale qualificato ad eseguire una operazione invasiva. Spesso si
usano tamponi studiati per lo streptococco.
- I risultati cambiano radicalmente se il tampone è preso sullo sputo o sulla faringe
- Esiste un rischio di fare danni durante il tampone faringeo visto
che ormai si fanno tamponi dovunque e con personale non sempre
qualificato e istruito.
- L‘amplificazione del materiale genetico può portare a errori “tecnici
È evidente a tutti che aumentando a piacere il numero dei tamponi
effettuati in un giorno, il numero dei positivi aumenti in proporzione.
Perché dunque esporre il numero assoluto dei positivi invece che la
percentuale sui tamponi effettuati, che è del tutto stabile?
I tamponi possono inoltre dare luogo a numerosi falsi positivi. Il
come lo chiarisce la Dott.ssa Marianna Storto, Direttore Laboratorio
Analisi e Attività di ricerca dell’Istituto Neurologico Mediterraneo
Neuromed (INM) (IRCCS). In sintesi, chi risulta positivo al test
potrebbe avere uno qualsiasi dei virus che appartengono alla famiglia
degli “orthornavirae”; quindi non solo il Sars-cov-2, ma anche il virus
del raffreddore, della gastrite, ecc. In pratica, essere positivi al
tampone indica solo una reattività generica ai virus di tipo
influenzale.
Questo per il fatto che numerosi kit sul mercato presentano
come antigene bersaglio il dominio N, cioè la regione del nucleocapside
[l’insieme di capside e acido nucleico, i costituenti fondamentali
della struttura dei virus, n.d.r.] che presenta omologie con
nucleocapsidi di altri coronavirus e quindi può dare risultati
aspecifici per gli studi epidemiologici.
5. DANNI PSICOLOGICI: Un ormai noto documento ha messo in guardia,
già a partire da Aprile, sui danni psicologici derivanti ai bambini,
agli adulti, alle categorie a rischio derivanti da questa situazione di
panico e coercizione sia scolastica che lavorativa. Si tratta del “Comunicato – L’allarme di Psicologi e Psichiatri” firmato da oltre 700 professionisti italiani. Tale allarme, è stato ormai validato nelle sue premesse e previsioni da centinaia di studi scientifici nazionali e internazionali.
Nella storia è la prima volta che intere nazioni confinano in casa
sia cittadini malati che milioni di persone perfettamente sane, pertanto
in occasione di scelte così draconiane ancora mancava una letteratura
scientifica sulle conseguenze psicologiche.
Sebbene già nel mese di
febbraio suscitasse preoccupazione una revisione sistematica degli studi
effettuati su soggetti sottoposti a quarantena in occasione di focolai
di SARS, Ebola, H1N1 e MERS, pubblicata su The Lancet, che
concludeva: “l’impatto psicologico della quarantena è ampio, sostanziale
e può essere di lunga durata. […] privare le persone della loro libertà
per il bene pubblico è controverso e necessita di essere gestito con
attenzione” (p. 919)*.
A partire dal mese di aprile il “Comunicato – L’allarme di Psicologi e
Psichiatri”, firmato da oltre 700 professionisti italiani, ha messo in
guardia sui danni psicologici provocati ai bambini, agli adulti e alle
categorie a rischio da questa situazione di panico e coercizione,
scolastica, lavorativa e della quotidianità.
Nei mesi successivi tale
allarme è stato validato nelle sue premesse e previsioni da centinaia di
studi scientifici nazionali e internazionali. In un’intervista del mese
di agosto, Gabriele Sani del Policlinico Gemelli ci informa che dagli studi in corso risulta che l’80 percento della popolazione ha sviluppato sintomi ansiosi e depressivi, anche gravi.
Al fine di analizzare la situazione e proporre interventi volti a
restituire serenità e fiducia alla popolazione, un gruppo di
professionisti della salute mentale si è unito sotto il nome di
Sinergetica, Movimento di Libera Psicologia (sinergetica.psi@gmail.com).
Riteniamo che da una prospettiva di salute mentale stiamo certamente
fronteggiando una reale emergenza, aggravata dal prolungarsi delle
misure adottate. “Azioni un tempo quotidiane, come sorridere a viso
scoperto, stringersi la mano, abbracciarsi o accogliere l’altro a una
distanza di prossimità, sono socialmente, evolutivamente e psichicamente
così importanti” (p. 8)
che deprivarne una popolazione già allarmata e spaventata suscita forti
preoccupazioni sugli esiti a medio e lungo termine. Conseguenze che
presumibilmente non saranno circoscritte alla salute mentale, poiché da
tempo la PNEI (psiconeuroendocrinologia) ha dimostrato che un vissuto
emotivamente stressante stimola la produzione di cortisolo (tramite
l’asse HPA– hypothalamic pituitary adrenal) e la produzione di
catecolamine (tramite il percorso SAM – sympathetic adrenal medullary),
la cui prolungata iperattivazione contribuisce all’insorgere di patologie somatiche.
Sottolineiamo inoltre che, a seguito delle misure restrittive
adottate, si sono e si stanno amplificando problematiche già da prima
preoccupanti, tra le quali:
• Sostanziale aumento delle violenze domestiche durante il lockdown
e nel periodo successivo, sia nei paesi latini che anglosassoni; (Link 1, 2, 3).
• Aumento delle nuove dipendenze e dell’uso di sostanze, con
conseguente crescita della criminalità connessa, e maggiore
vulnerabilità dei soggetti coinvolti nei confronti di ogni tipo di
infezione; (Link 1, 2, 3).
• Visibile fallimento nella capacità di regolazione dell’ansia in
bambini e adolescenti, obbligati a modalità di didattica a distanza e
così privati del contatto con amici e docenti, che sappiamo essere
fondamentale. Disagio che si rivela particolarmente grave nei minori con
problematiche mentali, nei figli di immigrati o in bambini con bisogni
educativi speciali; (Link 1).
• Aumento nella popolazione generale di stati affettivi negativi,
ansia generalizzata, incertezza per il futuro, perdita della stabilità
progettuale e di opportunità lavorative, a fronte di interventi pubblici
di sostegno psicosociale spesso poco efficaci, nonché difficilmente
accessibili.
Fattori che contribuiscono ad un preoccupante aumento del
rischio suicidario; (Link 1, 2).
Noi di Sinergetica, Movimento di Libera Psicologia (sinergetica.psi@gmail.com),
invitiamo i colleghi italiani e internazionali ad unirsi in uno sforzo
congiunto volto a limitare tali conseguenze, stimolare la resilienza
della popolazione, riportare serenità e fiducia in se stessi e negli
altri.
*“the psychological impact of quarantine is wide-ranging,
substantial, and can be long-lasting. […] depriving people of their
liberty for the wider public good is often contentious and needs to be
handled carefully.”
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