lunedì 12 ottobre 2015

Il Tribunale ordina all’Asl le cure “Di Bella”

Il Tribunale di Brindisi ha ordinato all'Asl di Brindisi di somministrare le cure prescritte dal medico curante

 
Una speranza per i malati di tumori che vogliono utilizzare il metodo "Di Bella" è stata offerta dal Tribunale di Brindisi che ha accolto il ricorso di una paziente ammalata di "mieloma multiplo IgAk sintomatico" ed ha ordinato all'Asl di Brindisi di somministrare le cure prescritte dal medico curante della paziente. La signora, che ha 79 anni, è stata assistita legalmente dall'avvocato Antonio Passaro di Mesagne. Il Metodo Di Bella non è alternativo, nell’accezione comune del termine, dei metodi tradizionali ma rappresenta l’integrazione funzionale e la razionale convergenza delle conoscenze medico-scientifiche definitivamente acquisite, e delle emergenti evidenze scientifiche, in una clinica affrancata da inquinamenti politico-finanziari.Il tumore, secondo il metodo, è una deviazione dalla vita normale, per cui occorre riportare le reazioni deviate verso la norma, attraverso il potenziamento di tutti quei mezzi che la Fisiologia considera essenziali per la vita. Il metodo "Di Bella" persegue questo obiettivo attraverso innovative formulazioni. Nel gennaio scorso all'anziana donna, che è di Mesagne, gli è stato diagnosticato, presso la "Casa sollievo della sofferenza" di San Giovanni Rotondo, una grave forma di neoplasia cui sono seguiti, nel febbraio 2015, tre cicli di chemioterapia che, secondo gli esami cui si è sottoposta a donna, non hanno ottenuto risultati apprezzabili. Anzi vi sono stati degli effetti collaterali piuttosto gravi che hanno compromesso la qualità della vita della paziente. Dolori e febbre che sono terminati nel marzo scorso quando la signora ha iniziato la terapia prevista dal metodo "Di Bella".
Un miglioramento che è stato attestato clinicamente con gli esami e le analisi cui l'ammalata si è sottoposta. "Il market tumorale è ritornato nel range della normalità - ha spiegato l'avvocato Passaro - con dolore e qualità della vita migliorati. Il trattamento va continuato per sei mesi altrimenti i risultati conseguiti saranno stati vani". Adesso servono altri mesi di cura che l'ammalata non può più permettersi. La signora per acquistare le cure, infatti, ha speso tutti i suoi risparmi, circa 11 mila euro, e non riesce a fare altro con la pensione. D'altronde deve pur vivere. Ed è a questo punto che il Tribunale di Brindisi, ufficio del Lavoro, ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Passaro per conto della sua assistita.Il giudice Domenico Toti, nella sua ordinanza, ha scritto: "La situazione clinica della signora è indicativa, se non di una regressione della malattia, la situazione anatomica risulta, infatti, sostanzialmente stabilizzata, quantomeno di un obiettivo miglioramento delle condizioni generali, non potendo essere trascurata la notevole riduzione dei fattori di crescita tumorale come si evince non solo dalla documentazione sanitaria ma anche dalla certificazione medica che evidenzia un miglioramento della qualità della vita della paziente, tanto da giustificare, ad avviso dello scrivente, l'emissione di un provvedimento di urgenza". Per tali Motivi il giudice ha ordinato all'Asl di Brindisi di "somministrare gratuitamente alla paziente i farmaci del multi trattamento "Di Bella" per la durata di 12 mesi".  (Fonte)

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