Il Tribunale di Brindisi ha ordinato all'Asl di Brindisi di somministrare le cure prescritte dal medico curante
Una speranza per i malati di tumori che vogliono utilizzare il metodo "Di Bella" è stata offerta dal Tribunale di Brindisi che ha accolto il ricorso di una paziente ammalata di "mieloma multiplo IgAk sintomatico" ed ha ordinato all'Asl di Brindisi
di somministrare le cure prescritte dal medico curante della paziente.
La signora, che ha 79 anni, è stata assistita legalmente dall'avvocato Antonio Passaro di Mesagne.
Il Metodo Di Bella non è alternativo, nell’accezione comune del
termine, dei metodi tradizionali ma rappresenta l’integrazione
funzionale e la razionale convergenza delle conoscenze
medico-scientifiche definitivamente acquisite, e delle emergenti
evidenze scientifiche, in una clinica affrancata da inquinamenti
politico-finanziari.Il tumore, secondo il metodo, è una deviazione dalla
vita normale, per cui occorre riportare le reazioni deviate verso la
norma, attraverso il potenziamento di tutti quei mezzi che la Fisiologia
considera essenziali per la vita. Il metodo "Di Bella" persegue questo
obiettivo attraverso innovative formulazioni. Nel gennaio scorso
all'anziana donna, che è di Mesagne, gli è stato diagnosticato, presso
la "Casa sollievo della sofferenza" di San Giovanni Rotondo, una grave
forma di neoplasia cui sono seguiti, nel febbraio 2015, tre cicli di
chemioterapia che, secondo gli esami cui si è sottoposta a donna, non
hanno ottenuto risultati apprezzabili. Anzi vi sono stati degli effetti
collaterali piuttosto gravi che hanno compromesso la qualità della vita
della paziente. Dolori e febbre che sono terminati nel marzo scorso
quando la signora ha iniziato la terapia prevista dal metodo "Di Bella".
Un miglioramento che è stato attestato clinicamente con gli esami e le analisi cui l'ammalata si è sottoposta.
"Il market tumorale è ritornato nel range della normalità - ha spiegato
l'avvocato Passaro - con dolore e qualità della vita migliorati. Il
trattamento va continuato per sei mesi altrimenti i risultati conseguiti
saranno stati vani". Adesso servono altri mesi di cura che l'ammalata
non può più permettersi. La signora per acquistare le cure, infatti, ha
speso tutti i suoi risparmi, circa 11 mila euro, e non riesce a fare
altro con la pensione. D'altronde deve pur vivere. Ed è a questo punto
che il Tribunale di Brindisi, ufficio del Lavoro, ha accolto il ricorso
presentato dall'avvocato Passaro per conto della sua assistita.Il
giudice Domenico Toti, nella sua ordinanza, ha scritto: "La situazione
clinica della signora è indicativa, se non di una regressione della
malattia, la situazione anatomica risulta, infatti, sostanzialmente
stabilizzata, quantomeno di un obiettivo miglioramento delle condizioni
generali, non potendo essere trascurata la notevole riduzione dei
fattori di crescita tumorale come si evince non solo dalla
documentazione sanitaria ma anche dalla certificazione medica che
evidenzia un miglioramento della qualità della vita della paziente,
tanto da giustificare, ad avviso dello scrivente, l'emissione di un
provvedimento di urgenza". Per tali Motivi il giudice ha ordinato
all'Asl di Brindisi di "somministrare gratuitamente alla paziente i
farmaci del multi trattamento "Di Bella" per la durata di 12 mesi". (Fonte)
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