28 gennaio 2014.
La somministrazione errata di un vaccino può causare cancro.
La somministrazione errata di un vaccino può causare cancro.
È quanto ha stabilito il Tribunale di Ferrara decidendo che la famiglia
dell’alpino Francesco Finessi, morto a 22 anni nel 2002, deve
essere indennizzata.
Il verdetto certo non riporta in vita il
giovane, ma può almeno restituire dignità alla sua famiglia che ha portato
avanti una battaglia decennale contro ministeri e case farmaceutiche per
mostrare la buona salute e la robustezza di cui godeva il ragazzo prima della
somministrazione di una serie di vaccini con tempi e modalità sbagliate.
Gli errori nella somministrazione hanno
portato il suo sistema immunitario al collasso fino a causargli una malattia
mortale.
È la prima sentenza che riconosce un
nesso di causalità tra il cancro e le vaccinazioni fatte con tempi, modalità e
controlli inadeguati.
La sentenza di condanna in primo grado al Ministero della Salute è per la morte del ventiduenne per un linfoma non Hodgkin, l’avvocato Francesco Terrulli ritiene che l’indennizzo ammonti a circa
150mila euro.
Francesco Finessi fu sottoposto durante
il servizio militari ad una serie di vaccini troppo
ravvicinati nel tempo (come viene documentato sia dal libretto vaccinale che
dalle relazioni di esperti).
Con la condanna, il giudice Alessandra De Curtis crea un precedente atteso dai tanti che non
avevano mai visto collegare i due eventi, ma che ne erano certi.
Il caso è iniziato tempo fa dopo
un’inchiesta di Repubblica dalla quale sono successivamente scaturite diverse interrogazioni parlamentari che hanno portato al
cambiamento dei protocolli vaccinali di parte delle forze armate.
La madre del ragazzo, Santa Passaniti, spiega che “dopo più
di 10 anni di battaglie e tanti, troppi ragazzi morti, tanti silenzi, dopo
essere stati messi ai margini, addirittura minacciati, finalmente arriva una
giustizia nella quale abbiamo sempre sperato.
Ma questo non basta, avremo pace solamente
quando anche il medico militare che ha somministrato i vaccini a mio figlio e
ad altri sarà condannato”.
Scritto
da: Genny Sangiovanni
28 gennaio 2014 in Attualità, Cronaca, News
Via| repubblica.it
DIRITTOeSALUTE informa. www.dirittoesalute.it
“Tumore Legato Al Vaccino fatto Durante Il Militare”:
Ministero Salute Condannato
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Il ministero della Salute condannato dal Tribunale di Ferrara che, per la prima volta in Italia, ha riconosciuto un nesso di causalità tra il tumore e i vaccini fatti durante il servizio militare di leva. Dopo 10 anni di battaglie giudiziarie, la famiglia di Francesco Finessi, alpino di 22 anni di Codigoro morto nel 2002 per un linfoma non Hodgkin, sarà risarcita. Il giudiceAlessandra De Curtis ha stabilito che i vaccini sono stati somministrati ‘macroscopicamente’ in modo sbagliato dai medici. “Ora questa sentenza storica – spiega l’avvocato Francesco Ferruli di Martinafranca che ha assistito la famiglia assieme al collega di Ferrara Antonio Boldrini – potrà essere applicata a tanti altri casi analoghi. E’ un segnale di giustizia e sancisce un principio: non a caso ho appena parlato con altri militari che forti di questo pronunciamento, inoltreranno le proprie richieste”.
Raggiante la mamma, Santa Passaniti: “Tutti i nostri sforzi sono stati ripagati da questa sentenza che ha riconosciuto i danni da vaccino, come abbiamo sempre sostenuto: ora la nostra causa potrà aiutare tanti altri, visto che sono statipiù di tremila i militari morti e malati che non hanno mai messo un piede all’estero in missioni militari (dunque non soggetti a radiazioni di armamenti con uranio impoverito, ndr). I soldi? A noi, me, mio marito e mio figlio, non interessa il lato economico, in dieci anni abbiamo speso molto di più per cause, perizie, viaggi e ricerche di ciò che verrà risarcito”.
A novembre il processo penale per il caso Finessi si era concluso davanti al tribunale di Belluno con la condanna a tre anni di Nicola Marchetti, ufficiale medico del 16/o reggimento Alpini di stanza alla caserma Salsa, per falso ideologico e falso materiale commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, per alcune visite mai effettuate sui soldati a lui affidati. In particolare, l’indagine metteva in relazione le mancate visite e un vaccino anti-tifo somministrato due volte a Finessi. Erano stati il quotidiano Repubblica e poi il sitoRepubblica.it per primi ad occuparsi di questi casi. Dall’inchiesta giornalistica scaturirono diverse interrogazioni parlamentari, il cambiamento dei protocolli vaccinali di parte delle forze armate e anche la costituzione di diverse commissioni parlamentari.
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