martedì 19 maggio 2020

L’AFRICA umilia OMS e GLOBALISTI. Lezione di CIVILTÀ, SCIENZA e DIRITTO da TANZANIA, BURUNDI e MADAGASCAR

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Sperimentazioni sanitarie e vaccinazioni coattive su popolazioni poverissime dove, per dire, si può morire anche di banali dissenterie o polmoniti;
Vendita di armi e incentivo di guerre tribali, politiche e religiose;
Transumanesimo e deportazione di schiavi in tutto il mondo, che non è mai davvero terminata;

Sfruttamento di tutto il continente con un colonialismo sfrenato, razzista, pervertito;
Dissipazione e suddivisione di risorse primarie fra ricchissimi capitalisti con progressivo impoverimento di governi, enti locali, intere culture e identità:
L’Africa non ci sta più ad apparire il fanalino di coda del mondo e, d’ora in avanti, potrebbe riservare incredibili sorprese.
Sono secoli che le potenze occidentali, imperiali governative o non governative, si spartiscono le incredibili ricchezze del cosiddetto “Continente nero” il cui unico difetto – se così si può chiamare – è sempre stato quello di avere scarsa attitudine alla guerra, alla ribellione violenta, perché composta grossomodo da genti pacifiche, profondamente radicate nella concordia e nell’amore.
L’Africa, questo enorme ammasso di terra emersa a vaga forma di testa umana, non vuol più restare l’eterna Cenerentola, “Bella e povera”, ma sta organizzandosi per diventare autonoma sul piano politico, economico, sociale e spirituale.
Cosa sta succedendo, lo sta palesando la crisi parecchio pompata del Coronavirus, con connotati mondiali di scarsa trasparenza in merito a situazioni di malattia tossiemica pregressa in persone dal sistema immunitario depresso che non è mai stata presa in considerazione, contrariamente alla massima scientifica che recita “Il Terreno è tutto, il Microbo è niente”.

L’OMS sembra ormai la padrona incontrastata del pianeta e, nonostante la recente decisione di Donald Trump di chiudere il rubinetto dei finanziamenti Statunitensi, con Cina e Bill Gates come principali finanziatori spinge per una soluzione globalizzata del “problema sanitario” da trattamento obbligatorio, una vaccinazione unica per tutti i popoli della terra che lo stesso Gates vuole supportare con microchip sottocutanei e identità digitali (entrambi argomenti che ho trattato nel blog, rimandando coi link ai siti Microsoft e al progetto ID2020).
E tutti, o quasi, sembrano dire le stesse cose: “Convivere col virus”, “Non torneremo alla normalità senza vaccini”, “il virus tornerà più forte”, e così via.
I governi obbediscono a questo grande disegno, i cittadini vengono terrorizzati e limitati nei propri diritti di movimento, emancipazione, studio, cura e culto, la freddezza e il terrore (che fanno male al sistema immunitario ben più di altri mali) vengono ormai imposti come regola piuttosto che la immunizzazione naturale di gregge con il consolidamento dei normali anticorpi:
Quello che prima era normale per la scienza (rinforzamento del sistema immunitario con sana alimentazione, pensiero positivo, e movimento) ora è follia, e quello che prima era follia ora è a regola.

Ma l’Africa, come dicevo, ora non ci sta davvero più, ed è stanca di restare a guardare mentre sontuose istituzioni decidono il destino di un continente intero come se parlassero di una partitina a briscola.
Voglio riportarvi 3 magnifici esempi, tutti riguardanti l’Africa sud-Orientale, che la dicono lunga sul coraggio e sull’onestà morale degli Africani, che dovremmo smetterla di giudicare come persone povere e infelici ed è tempo invece di iniziare a stimare come gente libera e con un potenziale di ricchezza senza pari al mondo.
I casi della Tanzania, del Burundi e del Madagascar li trovo a dir poco clamorosi, e val la pena citarli in queste lunghe settimane di cambiamento storico perché scevre dal mero opinionismo scientifico arrivano ad intaccare cultura, libertà, etica dei diritti umani.
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In ordine cronologico, è emblematico, nonché davvero esilarante, il caso della Tanzania.

John Pombe Joseph Magufuli, il Presidente di questo bellissimo Stato, ha deciso di obbedire ai diktat dell’OMS, che con prepotenza istituzionalizzata pretendeva un tot. imprecisato di campionature per determinare eventuali positività nel paese Africano… 

E lo ha fatto a modo suo, inviando tamponi di capre, pecore, papaya, persino vegetali.

Gli esperti OMS, senza sapere nulla, hanno analizzato i campioni, e hanno potuto rilevare la positività e la negatività di determinate categorie!

Non è incredibile ed un pochino esilarante? Una mossa che non denota solamente tanta brillante ironia, ma anche accortezza politica e acume intellettuale.

Gli espertoni sono stati presi per fessi, e questo dimostra che un comunissimo virus può essere ovunque, ma senza fare per forza danni.
Il suo discorso in merito* ve lo lascio come ciliegina sulla torta, e ve lo potrete gustare alla fine dell’articolo per capire quanto ci sia da imparare da questo film virale che ci stanno continuando a far vedere.

Pierre-Nkurunziza
Quello che invece è accaduto in Burundi è una grandiosa lezione di dignità e sovranità, in barba a decisioni spericolate ed ingerenze di stampo politico sugli affari del paese.

Il governo ha ordinato al rappresentante dell’OMS e ad altri tre esperti coronavirus a livello locale di lasciare il Paese

In una lettera del 12 maggio, spedita al quartier generale dell’OMS in Africa, il Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato tutti i funzionari come “Persone non gradite”, e che come tali hanno dovuto lasciare la Nazione Africana entro il 15 Maggio.

L’OMS paga la richiesta di misure troppo restrittive (a fronte, in quei giorni, di soli 27 casi e 1 decesso accertato) e il prospetto di rinvio delle imminenti elezioni, fatto gravissimo e antidemocratico.

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Arriviamo così al Madagascar, che sappiamo tutti essere una grande isola ideale per le nostre vacanze (di chi ovviamente se le può permettere) e che si affaccia sull’Oceano Indiano.

Il presidente Andry Rajoelina  – notizia da non credere – 

ha invitato tutte le nazioni africane a divenire indipendenti rispetto all’Organizzazione Mondiale della Sanità, quindi a lasciarla definitiivamente.

Secondo Rajoelina essa sarebbe sostenuta da Nazioni “in malafede nei confronti dell'Africa”.

Ad infiammare il braccio di ferro coi giganti OMS è stato un rimedio Naturale a a base di Artemisia, che in Madagascar sta facendo letteralmente miracoli contro il Coronavirus.

Questa situazione ricorda il consiglio di Trump di assumere rimedi naturali disinfettanti e la cura low-cost del Dott. De Donno in Italia, osteggiate proprio da virologi ed esperti perché lontani dal diktat martellante dei vaccini.

Rajoelina a suo modo è stato eroico, rischiando di essere lasciato solo sul piano internazionale e di rimanere con una reputazione tutto sommato da facilone e poco esperto…. Dalla sua parte però potrebbe avere tutto il suo popolo, nonché altri che nel Continente nero sono stanchi di vedersi imporre politiche di ogni tipo dai temperati uffici Occidentali.

“Nessuno ci impedirà di andare avanti – non un paese, non un’organizzazione”, ha detto Rajoelina in risposta alle preoccupazioni dell’OMS, invitando tutte le Nazioni a lasciare quella ed altre sovrastrutture di dominio sul continente.

Al 17 Maggio il Madagascar ha riportato 212 infezioni da coronavirus e 107 recuperi, con un solo caso critico e nessuna morte. 
Ecco allora dunque che i numeri danno ragione a lui e alla sua bevanda naturale ormai celebre come “Covid Organics”, che il presidente difende a spada tratta descrivendola come il frutto di un paese dalla tradizione medica-tradizionale notevole.
In proposito devo aggiungere che, avendo l’artemisia proprietà antimalariche, il suo mix con altre erbe del posto è normale risulti vincente:
Nel 2005 fu dimostrato che l’estratto della pianta era decisivo proprio sul virus della SARS, che possiamo ritenere il cugino più grande del nuovo SARS-COV2.

Forse l’OMS e le cricche sanitarie globaliste non ritiengono degni gli Africani di iniziative salutari e decisive per il mondo?
Il Madagascar ad esempio è il 63° paese più povero del mondo, e le situazioni del Burundi e della Tanzania non sono certo da G7….
Una cosa è certa, al di là di quali pieghe prenderà questa incertissima situazione internazionale, l’Africa potrebbe assestare altri duri colpi alla credibilità di chi comanda il globo, innescando – chissà – la brama pacifica ma irreprensibile di autodeterminazione dei popoli della Terra oggi più che mai succubi del Deep State e del potere nascosto degli uomini-ombra.


DICHIARAZIONE del Presidente della TANZANIA:

*“Prima che politico, sono Ingegnere chimico. E so di cosa parlo”
“Io sono uno scienziato esperto e so di cosa parlo. Posso parlarvi in Swahili nella nostra lingua, oppure in inglese, ma il discorso non cambia. 

Abbiamo preso campioni di pecora, di capra, di uccello selvatico, di coniglio, di paw-paw o papaia, di durian-frutto (rigorosamente all’interno e non sulla buccia esterna contaminabile dalle mani dei raccoglitori), persino campioni di olio motore e di tante altre cose e, all’insaputa dei nostri esperti tecnici di laboratorio, li abbiamo inviati per l’analisi positiva o negativa da Coronavirus. 

Da rilevare che non siamo delle scamorze. I nostri laboratoristi sono all’altezza, sono di provata ed indubbia professionalità, oltre che assistiti da tecnici europei e cinesi, e dotati dei test di ultima generazione (distribuiti dal multimiliardario cinese Jack Ma della Alibaba Corporation in tutte le nazioni africane, assieme a tamponi, mascherine, guanti e quant’altro). 

Non abbiamo detto la verità ai laboratoristi sulle vere origini dei campioni, al fine di non generare in loro delle riserve o dei pregiudizi, presentandoli ognuno con dei nomi di persone inventate
Il campione prelevato dal frutto durian è stato inviato ad esempio con l’etichetta di Sarah Samuel, 45 anni, donna. Quello del paw-paw o papaia come Elizabeth Ane, 26 anni, donna, quello dell’olio motore come Jabil Hamza, 30 anni, uomo, e così via. 

Risultati sorprendenti! Il campione prelevato dal volatile è tornato indietro come positivo al Covid, quello del coniglio come “indeterminato” con punto di domanda, quello di capra come positivo, quello di pecora come negativo, quello del durian negativo, quello della papaia positivo. 
Pertanto, quando realizzi tutto questo, vuol dire che alcuni frutti tropicali e altri no dovrebbero essere messi in quarantena, cioè in isolamento, stesso discorso per le capre, mentre per le pecore no. 

Sarò molto franco con voi, cittadini della Tanzania che mi avete eletto presidente. Quando ti accorgi di queste incongruenze proposte e imposte dall’esterno, capisci al volo che dietro tutto ciò esiste qualcosa di oscuro e di losco. Ti rendi conto che dietro a tutti questi test istituzionali usati dal mio stesso governo e ministero della salute esiste qualche gioco decisamente sporco. Ci sono delle cose incredibili che stanno accadendo pure in questo paese e in questo preciso istante. Quelli che stanno lavorando dentro i laboratori potrebbero benissimo essere corrotti e comprati dal danaro. 
Oppure i loro dati potrebbero essere falsificati perché ci si avvale degli stessi test usati per altre patologie diverse dal Coronavirus, un microrganismo notoriamente mutevole di giorno in giorno. Posso affermare che qualcosa di storto sta accadendo in questo paese. 

Persino i frutti presi internamente sono positivi al Coronavirus. L’OMS sta affrontando qualcosa di molto ampio e universale visto che persino le capre sono positive al test. Essi non hanno ancora capito che il Covid colpisce gli esseri umani ma anche le capre, anche le banane, anche gli alberi e le piante. Non hanno fatto questi test. Se ne sono dimenticati del tutto, e questa è una dimenticanza gravissima.

Quindi, diverse persone, secondo le informazioni inequivocabili in mio possesso, potrebbero essere state etichettare positive al Covid mentre in realtà sono negative

O magari sono poi morte dalla paura! I frutti invece sono ancora lì sereni e tranquilli dopo il test. Come dire se ne fregano altamente del giudizio umano, e del fatto di essere positivi e negativi. Le capre cosiddette positive al Covid sono ancora lì e continuano ad arrampicarsi disinvolte su sporgenze arboree e su rocce scoscese, il durian è ancora lì bello e profumato, privo di difetti. Non è morto, al massimo marcirà dopo qualche settimana, quando sarà troppo maturo. Stessa cosa per la papaia. 

Volete il mio consiglio, miei concittadini della Tanzania? 

Non preoccupatevi a meno che non siate davvero feriti o stanchi o malandati. Non covate inutili ansie per nessun motivo. Perché mai dovreste essere preoccupati? L’influenza è sempre stata in circolazione. 

Può essere che questa del Covid sia leggermente più diffusa delle altre ma comunque andrà via e, anzi, se ne sta andando via da sola. 
Ma il fatto di aver scoperto che persino la frutta, massimo dono della natura incontaminata, risulti a volte positiva al Covid, dovrà pur insegnarvi qualcosa”.


Daniele Manca HUMAN REVOLUTION

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